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La Stampa

I tredici cavalieri della biodiversità: scelti da una giuria di 700 esperti di tutto il mondo. In attesa del Salone del Gusto, assegnati i premi di Slow Food ... Nella pianura di Igdir, ai piedi del monte Ararat, c´erano un tempo leggendarie piantagioni di albicocche. Haydar Alagoz, un agricoltore curdo, ha lavorato duro per ridare vita a quegli alberi antichi scomparsi negli anni. E oggi è il fiero proprietario di un frutteto che produce magnifici esemplari di quelle albicocche «grosse come pugni» della sua giovinezza. Haydar è uno dei tredici vincitori del Premio Slow Food per la difesa della biodiversità, giunto alla sua terza edizione. La premiazione si terrà al Lingotto di Torino il 23 ottobre, e inaugurerà il Salone del Gusto (24-28 ottobre), diventato ormai il grande appuntamento internazionale in tema di alimentazione. I vincitori sono stati scelti da una giurìa di oltre settecento esperti sparsi in giro per il mondo che segnalano le storie dei «pacifici guerrieri» - così li chiama Slow Food - che lottano, talvolta in maniera eroica, per salvare cibi antichi che scompaiono o per resuscitare piatti e prodotti che non esistono più. Si va dai due ricercatori della Guinea che hanno ridato vita ad una bevanda energetica a base di un foraggio chiamato «soungala» all´ex giornalista diventato botanico che sta ripopolando le foreste del Vermont con i maestosi castagni degli Appalachi. C´è il biologo giapponese che coltiva il «koda mai» (riso antico), la cooperativa peruviana che produce i biscotti alla foglia di coca, l´associazione di donne guatemalteche che alleva polli doc nella provincia di Chimaltenango. «Sono almeno centoventi i prodotti che abbiamo salvato in questi pochi anni», dicono con orgoglio i dirigenti di Slow Food. Quest´anno il Salone del Gusto in programma al Lingotto è stato impostato proprio attorno al tema della biodiversità e dell´educazione alimentare. Insomma, sempre di più questa grande kermesse internazionale del cibo si trasforma in un´occasione per riflettere e confrontarsi sul tema dell´alimentazione. «Non è più il tempo di ragionare in termini folkloristici sul cibo», spiega Giacomo Mojoli, vicepresidente di Slow Food. «E´ ormai una delle grandi questioni planetarie. Non si può più parlare di alimentazione senza parlare di ambiente, di economia sostenibile, di agricoltura biologica. E´ finito il tempo del gourmet. Dobbiamo pensare ad un consumo più consapevole». Per cui ci sarà, come sempre, un vastissimo étalage di cibi squisiti da ogni parte d´Italia e del mondo. Ma anche laboratori, workshops, lezioni di grandi specialisti. E una divertente novità per i «piccoli buongustai»: un buffet di spuntini biologici organizzato dalla Coop Italia sul quale i bambini potranno avventarsi all´ora dell´aperitivo.

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