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La Stampa

Lingotto, il vino in passerella. Quasi raddoppiata l'area espositiva. Il Salone in programma dal 22 al 25 novembre ... Si è appena rarefatto il profumo di Castelmagno e di lardo di Arnad, lasciato nell´aria dal Salone del Gusto, che Torino torna protagonista dell´enogastronomia italiana. E´ stata presentata ieri - prima a Milano e in serata sotto la Mole - la seconda edizione del Salone del Vino, in programma dal 22 al 25 novembre al Lingotto. Prima dell´inaugurazione - a tagliare il nastro sarà il sottosegretario alle Politiche agricole, Teresio Delfino - l´appuntamento è già un successo. A decretarlo la crescita esponenziale a dodici mesi dall´esordio della risposta piemontese al «Vinitaly» di Verona. L´aumento degli espositori è del 25 per cento (le cantine saranno 1175) che avranno a disposizione oltre 52 mila metri quadri (più 40%) in cui si svolgeranno degustazioni, work-shop, dibattiti che continueranno a «vedere il vino dalla parte delle cantine», riservando l´ingresso solo agli addetti ai lavori. Alla voce «grandi del vino» sarebbe più facile elencare i pochissimi assenti e i «big» non mancano neppure per quanto riguarda la cucina. A dire la loro sul rapporto tra bianchi e rossi e il gusto al Lingotto ci saranno Fredy Girardet e Joel Robuchon ovvero due dei migliori cuochi del XX secolo (secondo i francesi il terzo è Paul Bocuse, gli altri non esistono), mentre Charlie Trotter, il guru della cucina americana, farà il punto su «Fusion is confusion?» ovvero cercherà di marcare i confini nell´intricato mondo delle contaminazioni gastronomiche tra culture diverse. I dati della seconda edizione del Salone del vino regalano un largo sorriso al presidente di Lingotto Fiere, Alfredo Cazzola: «I nostri risultati sono il frutto del successo delle cantine italiane. Di nostro abbiamo messo una struttura adeguata ad ospitare al meglio un prodotto così di pregio e che ha necessità di essere ascoltato. A convincere è stata la formula del Salone, esclusivamente professionale, i contenuti della rassegna e la grande attenzione che abbiamo posto nell´interpretare le esigenze di aziende che sono agricole, produttive e commerciali insieme». E non è un caso che dopo il Salone del Gusto Torino si stia rivelando città di riferimento per il comparto enogastronomico. «Torino - continua Cazzola - è una città di grande volontà che fa emergere con orgoglio le risorse che ha. Non voglio credere a chi mi parla di decadenza. Noi facciamo la nostra parte, puntiamo sul Lingotto per crescere ancora e i risultati stanno dando ragione a noi e alla città. Siamo molto soddisfatti anche della collaborazione con il territorio, che ha voglia di reagire al momento di difficoltà».

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