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La Stampa

Il vino in missione a Shanghai. Maxi evento con 120 aziende: 100 milioni di cinesi hanno una capacità di spesa simile a quella degli occidentali. "Così conquisteremo un mercato in espansione" ... E´ una missione ambiziosa provare a conquistare il mercato di un paese nel quale, quando si parla di vino, non è affatto superfluo precisare che viene ottenuto dall´uva, dal momento che da queste parti chiamano allo stesso modo quei prodotti derivati dalla fermentazione del riso e di altri cereali. Ma alle 120 aziende italiane che sotto la regia di «Veronafiere» si sono date appuntamento alla rassegna «China WinItaly» di Shanghai per presentare i propri prodotti non fanno difetto una buona dose di coraggio e di spirito di avventura. D´altronde, bastano pochi numeri per capire che la sfida merita di essere giocata. Quello cinese è un mercato dalle enormi potenzialità e aperto a nuovi scenari dopo l´ingresso di Pechino nell´Organizzazione mondiale del commercio (Wto): i giornali annunciano trionfalmente che quest´anno il pil aumenterà dell´8%, mentre nel 2001 i consumi delle famiglie sono cresciuti del 10. Inoltre, anche se la povertà in ampi strati della popolazione è drammaticamente visibile, le statistiche riportano che almeno 100 milioni di abitanti - su una popolazione complessiva di 1 miliardo e 300 milioni - ha una capacità di spesa assimilabile a quella dei consumatori occidentali. Alcuni eventi già in calendario saranno poi un formidabile volano per i commerci: la F1 si prepara a sbarcare, le Olimpiadi arriveranno fra 6 anni, mentre nel 2010 è atteso l´allestimento dell´Esposizione internazionale. E non è quindi casuale che quest´anno, per la prima volta, un´azienda cinese di telefonia mobile sia diventata sponsor di una squadra di calcio in Inghilterra (l´Everton). Se questo è il quadro di riferimento, «Shanghai - come dice il commissario straordinario di ´´Veronafiere´´, Camillo Cametti - è in modo strepitoso il principale motore di un paese in trasformazione, che punta a costruire una cospicua classe media». Metropoli con oltre 13 milioni di abitanti, dove i quartieri di case vecchie e basse vengono soffocati da grattacieli sempre più alti e maestosi, Shanghai ambisce a fare concorrenza ad Hong Kong e a proporsi come porta d´ingresso per chi voglia fare business in Cina. Naturale, perciò, che dopo tre esperienze a Pechino, «Veronafiere» (insieme con l´Istituto per il commercio estero, la Camera di commercio italiana in Cina e la società International exhibition management) abbia riportato a Shanghai - dove aveva debuttato nel 1998 - la quinta edizione di «China WinItaly». Nei quattro giorni dell´esposizione, le aziende italiane hanno lavorato per far conoscere il ricchissimo panorama del vino tricolore (ma anche dell´olio e di altri prodotti tipici), affiancando ai contatti con gli operatori di Shanghai lezioni, seminari di degustazione e corsi di cucina. Perché è vero che l´Italia è oggi il terzo paese fornitore di vino in Cina, ma molti sono ancora gli ostacoli da superare. A cominciare dai costi, se si pensa che con le diverse tasse un vino può venire maggiorato di quasi l´80% del suo valore: ma con l´adesione al Wto i dazi scenderanno progressivamente (fino al 14% nel 2004). C´è poi il problema della concorrenza con altri paesi occidentali - la Francia in primis - che anche per ragioni storiche vantano rapporti commerciali maggiormente radicati ...

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