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La Stampa

Manager a caccia di vigne ... I viticoltori sono sempre più manager. Sviluppano progetti di aggregazione e crescita con un obiettivo su tutti: il business legato alla qualità. Tant'è che fusioni e concentrazioni sono all'ordine del giorno a tal punto da aver cambiato notevolmente in questi ultimi anni la fotografia del settore. Ma sono anche molti i manager legati all'industria in generale che a loro volta hanno deciso di fissare la loro attenzione su nuovi sbocchi. Un esempio è Benetton che conosciuto in tutto il mondo per i suoi maglioni ha deciso di diventare produttore di vino attraverso la Maccarese Spa. O ancora i «Fratelli Muratori» di Palazzolo che dal settore tessile hanno concentrato i propri interessi anche in cantina con l'acquisto di un terreno tra Adro e Derbusco, nel Bresciano, e hanno impiantato ex novo le viti. O ancora un avvocato di Milano, Giancarlo Cignozzi, fulminato sulla via di Montalcino. L'avvocato non solo ha acquistato a Montalcino una tenuta vicina al centro storico ma ha anche avuto un'altra folgorazione: ha piazzato tra i filari di sangiovese sofisticate casse impegnate a trasmettere 24 ore su 24 ogni tipo di note, dalla classica al rock, dal jazz all'opera per dare «un'atmosfera magica sulle uve e sui mosti». Così dapprima ha sonorizzato le cantine e poi è iniziata la sperimentazione musicale lugno i vigneti di Brunello. Cignozzi è stato uno dei primi milanesi ad arrivare anni fa nella terra del Brunello, insieme con Gianfranco Soldera (Case Basse) e Giulio Consonno (Altesino): dopo aver abbandonato la carriera forense ha fondato la Tenuta di Caparzo e poi ha restaurato la tenuta del Paradiso di Frassina, 8 ettari di cui 5 vitati. Ma se i Lombardi «espatriano»in Toscana accade anche il contrario. Gli Antinori infatti sono scesi in terra franciacortina rilevando l'azienda «Maggi». «Ormai in Franciacorta è tutto un fiorire di cantine - sottolinea Adriano Baffelli, neodirettore del Consorzio -. Sono oltre 70 le aziende che producono bollicine. E in molti casi oltre ad essere case vinicole già esistenti e di proprietà di bresciani, sono molti i non lombardi che hanno deciso di acquistare nelle nostre terre appezzamenti di terreno alcuni già impiantati a vite altri assolutamente da avviare».

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