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La Stampa

«La Toscana è diventata il buco nero della democrazia». Tortoli: «Il premier non comprerà la villa qui perchè Montalcino lo fischia». Il Cavaliere: non acquisto quella villa per altri motivi. Polemica per la frase di un sottosegretario di Forza Italia. Berlusconi smorza: questa è terra di amici ... Alla fine, Silvio Berlusconi non comprerà il castello di Velona, a Montalcino. Ma una sua visita sul posto, tempo fa, ieri si stava per trasformare in un caso collegato all´emergenza terrorismo. C´è voluta una nota emessa dalla presidenza del Consiglio in serata per chiarire quello che era diventato un cortocircuito tra vicende diverse. Le cose sono andate così: durante una visita alla Fortezza di Montalcino, il premier ha ricevuto alcuni fischi da parte di un gruppo di cittadini che assistevano alla sua passeggiata. E ieri il sottosegretario all´Ambiente Roberto Tortoli, coordinatore di Forza Italia in Toscana, ha ricordato la vicenda mettendola in relazione con l´ipotesi - circolata nei giorni scorsi - di un possibile acquisto, da parte del premier, di una residenza nella zona. «A me risulta che ci abbia ripensato», ha detto Tortoli. «Non ha ancora deciso, ma è rimasto scioccato dall´accoglienza di questa regione», capace di riservargli «solo frasi di tipo mafioso e gesti dell´ombrello». All´inizio sembrava una normale polemica su un evento tutto sommato marginale come l´acquisto di una residenza di campagna. Poi, complici le successive esternazioni di Tortoli, ha rischiato di trasformarsi in un caso in grado di avvelenare i rapporti con l´opposizione proprio nella giornata dell´«unità contro l´emergenza terrorismo». Tortoli, infatti, non molto tempo dopo la frase sulla villa di Berlusconi ha espresso anche un giudizio duro sulla Toscana: «Si presenta ogni giorno come una regione contro: antigovernativa, antiamericana, antisistema, anti tutto. Ecco perché io sostengo che la Toscana è un buco nero nella democrazia occidentale». Ha specificato di sentirsi «in un ghetto» e di scorgere segni di «intolleranza verso il centrodestra». Ha chiosato sostenendo che «ci sono troppi compagni che sbagliano». Frasi come queste - unite a un´affermazione di un altro sottosegretario, il centrista Francesco Bosi (che ha definito la regione «terreno fertile» per il terrorismo) - hanno suscitato una reazione dura dal centrosinistra. Soprattutto da quella fetta di Ulivo più disposta al dialogo con i movimenti: con Pecoraro Scanio pronto a invocare dimissioni dei due sottosegretari e un pezzo di correntone Ds (Fabio Mussi e Gloria Buffo) che ha parlato di «becerume» chiedendo al centrodestra di «far tacere gli irresponsabili della stanza accanto». Luciano Violante, presidente dei deputati diessini, ha mediato: definendo «incivili» le dichiarazioni di due sottosegretari, «dimostrano solo che al governo del paese ci sono in questo momento persone prive di senso dello stato». Però ribadendo l´impegno del partito e della coalizione «nella lotta contro il terrorismo a fianco dei cittadini e delle forze di polizia».
Il premier Berlusconi si è tenuto distante a lungo dalla polemica. Quando ha deciso di intervenire direttamente, l´ha fatto con una nota della presidenza del Consiglio: occorreva mettere la parola fine a quella che sembrava nata come polemica su una sua operazione immobiliare e rischiava di sovrapporsi alla vicenda-terrorismo diventando un´ennesima occasione di scontro tra i poli. «Non sono stati certo tre individui in vena di volgarità a farmi perdere la simpatia che nutro per la Toscana e per i toscani», ha detto per spiegare la decisione di rinunciare alla magione tra vigneti e brunelli. «Ho rinunciato a Montalcino per altri motivi», ha aggiunto. Quindi ha spento, secco, la polemica sulla Toscana: «Ci tornerò sempre con l'animo sereno di chi torna tra amici, al di là di ogni contrasto politico».

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