02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

“Basta brutture sulle colline Il vino salverà il paesaggio”. Nel Roero un premio a chi tutela il territorio ... L’equazione estetica-paesaggio ha un valore assoluto. O almeno dovrebbe. Troppi gli esempi di ferite al territorio, assalti all’ambiente, impattanti cementificazioni, capannoni che stridono con lo spettacolo delle colline e nuove abitazioni che sfregiano l’architettura semplice e lineare della tradizione contadina. Solo la consapevolezza di vivere in un’area straordinaria può invertire la tendenza, infondere il desiderio di ripartire in direzione di una cultura del bello. I luoghi hanno una propria spiritualità, una storia e una memoria. La fedeltà all’ambiente è una filosofia di vita, da coltivare costantemente. Seguire percorsi virtuosi è indubbiamente una strada che educa tutti: amministratori e professionisti, proprietari di edifici, imprenditori e agricoltori. Il Roero diventa avanguardia di questa cultura. Nessuna provocazione, né denuncia, ma una proposta che guarda all’estetica del paesaggio agrario. Il binomio vino-colline si traduce in un innamoramento per tutto quanto fa parte di quel concetto di linearità, semplicità e attenzione alla terra. A lanciare questo messaggio è l’Enoteca regionale del Roero (la sede è a Canale) che fa da apripista e propone il premio «Roero: vino e territorio». «Una grande etichetta - sintetizza il presidente, Luciano Bertello - ha bisogno di un grande territorio, bello e integro. Il paesaggio, fortunatamente, non può essere copiato, rappresenta l’appartenenza alla civiltà, la sua identità. Se è spogliato del vissuto diventa anonimo, senza storia. E’ il momento di invertire rotta e dare il buon esempio. Dalla sterile denuncia si deve passare alla positività dell’azione». L’omaggio sarà inevitabilmente anche un contributo e uno stimolo per chi deve approvare e far rispettare concessioni, piani colori, studiare quale materiale edilizio utilizzare per nuove costruzioni o nelle ristrutturazioni dei cascinali. Il premio (la giuria è composta dalla scrittore Nico Orengo, dal critico letterario Giovanni Tesio e da due personaggi indicati dall’Enoteca), pensato in occasione dei 700 anni dalla prima attestazione storica roerina del nebbiolo (il roero è figlio di questo vitigno), vuole valorizzare l’intelligenza del rapporto uomo-paesaggio, negli interventi per esigenze di lavoro. Sovente l’interesse economico è nemico dell'estetica delle terre. Il concetto alla base dell'iniziativa è la misura: ogni cosa al suo posto e nulla più del necessario, cioè il paradigma dell’eleganza. La filosofia è esorcizzare il brutto attraverso i progetti sul bello esistente. Saranno tre le sezioni del Premio: la prima riconosce il lavoro svolto da un grande personaggio a livello nazionale o internazionale nell'ambito dell’estetica del paesaggio. A questi sarà chiesto un progetto pensato specificamente per il Roero. Un riconoscimento ad hoc andrà a chi (contadino-agricoltore-imprenditore agricolo) diventa esempio con interventi che sposano il gusto del bello per realizzare opere necessarie al lavoro agricolo. Potrà essere del Roero come di altre zone (dalle pendici dell'Etna alla viticoltura pionieristica della valle d'Aosta, le ardite gradinate a strapiombo delle Cinque Terre o il recupero dei terrazzamenti in valle Bormida, «riscatto dell’oltraggio dell'Acna»). E, infine, con la sponsorizzazione dell’Ordine dei Cavalieri di San Michele del Roero, un omaggio ai ciabot, piccole costruzioni di architettura spontanea contadina che servivano come riparo, stoccaggio delle uve, luogo di riposo e anche nido di galeotti amori contadini. I ciabot stanno diventando un percorso di ricerca attraverso un censimento fotografico che renderà memoria di questi tesori delle colline. Certo il gusto del bello deve ancora combattere tante brutture. «Per il paesaggio non si è ancora capito che certi valori non sono negoziabili - dice Pompeo Fabbri, docente di architettura del paesaggio al Politecnico di Torino (facoltà di Architettura) -. Troppi gli scempi. Il paradosso è che una casa realizzata con un certo gusto e rispetto dell’ambiente, spesso, rischia di apparire come strozzatura rispetto al contesto generale. Si è cancellato il linguaggio architettonico comune, semplice della campagna. In molti luoghi è come se al posto di una lingua ci fossero solo suoni gutturali». Il premio è un contributo di «logopedia» del gusto estetico per il paradiso delle colline.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su