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La Stampa

Contro il caro-vino la bottiglia si dimezza. Anche i grandi nomi hanno deciso di puntare sul piccolo formato. “Forti sconti sul mercato americano per compensare l’euro” ... Il vino continua a esercitare il suo fascino sul pubblico, ma il consumatore è diventato più attento e fa i conti col suo portafoglio, provato da rincari ed “effetto euro”, per indirizzarsi verso il miglior rapporto qualità-prezzo.
Di questo il mondo del vino si sta accorgendo. Il “Vinitaly” la manifestazione che aprirà il 1 aprile a Verona Fiere, rimanda infatti l’immagine di produttori in cerca di soluzioni adatte a rispondere alle indicazioni di austerità che vengono dal mercato. Insomma, va bene parlare di vino, ma poi bisogna anche venderlo. E pare proprio che la gente si stia stancando delle parole e voglia sostanza, soprattutto quando i listini indicano cifre astronomiche, ancor più amplificate dai prezzi dei ristoratori.“Ognuno è libero di chiedere il prezzo che ritiene per un suo prodotto – dice con ironia critica il presidente dell’Unione Italiana Vini, Ezio Rivella – ma ognuno è libero di acquistarlo o no”.
Allora, visto che la cultura della qualità si persegue anche offrendo ai consumatori la possibilità di conoscere nuovi vini senza spendere cifre da capogiro, ecco la rivincita delle mezze bottiglie. Fino a pochi anni fa una soluzione snobbata da molte case vinicole, ma che, proprio in occasione di questo Vinitaly, sarà rilanciata alla grande anche da nomi prestigiosi, come Angelo Gaja, Niccolò Incisa della Rocchetta (che presenta in piccolo formato il suo celebre Sassicaia), Bellavista, famosa griffe delle bollicine di Franciacorta, Castello Banfi, il maggior produttore di Brunello di Montalcino, o Alberto Chiarlo, che propone nella mezza bottiglia una vastissima gamma di classici piemontesi dal Barbera al Dolcetto, dal Gavi al Moscato d’Asti. Anche perché, fanno notare i produttori, cresce il popolo dei single e la “mezza” ha già mietuto grandi successi negli Usa, dove questa tendenza sociale si è evidenziata ben prima che in Europa.

Proprio parlando di Stati Uniti nelle previsioni di questo Vinitaly c’è anche la voce “sconti” che un sempre maggior numero di produttori si trova a dover praticare sulle bottiglie destinate al mercato d’Oltreoceano. Si parla di ribassi che arrivano al 20/25% per annullare il cambio sfavorevole tra euro e dollaro, di cui, in America, nessuno vuole sobbarcarsi il peso. Analogo meccanismo coinvolge il vino destinato al mercato giapponese, dove lo yen perde terreno sulla moneta unica europea, ma il peggio è che lo sconto facile sta diventando un fenomeno in crescita per ridar respiro al settore a prescindere dal caro-cambio.

“Una guerra dei prezzi sarebbe disastrosa per il vino italiano in un’arena mondiale in cui gli avversari non sono limitati e condizionati come noi da regole, lacci e adempimenti burocratici – avverte Francesco Mazzei , che con il fratello Filippo firma il Chianti Castello di Fonterutoli. Dobbiamo puntare sulla qualità, intervenendo sul fronte dei costi”. Da parte sua Gianni Zonin, maggior produttore d’Italia, è draconiano: “Bisogna congelare i prezzi”, dice, ricordando che la sua azienda quest’anno non ha alzato di un centesimo i listini.

Ma, sperando in tempi migliori, c’è chi guarda al futuro e pensa ad un’azienda di dimensione etica, con una particolare sensibilità verso i problemi del sociale, così la cantina marchigiana Umani Ronchi lancia le “bottiglie solidali” con il cui acquisto si contribuisce a progetti per aiutare i bambini del Terzo Mondo, anziani e disabili: il 5% dell’utile sarà infatti destinato alla solidarietà con chi è meno fortunato. Un bell’esempio di come bere vino possa far bene agli altri. E con la bontà, la poesia. Ci pensa Arnaldo Caprai, produttore cult di Sagrantino di Montefalco, che si è inventato “Bottled Poetry”, tappi con citazioni celebri. Un’idea è ispirata da un verso di Roberto Louis Stevenson: “Wine is bottled poetry” (“Il vino è poesia imbottigliata”). D’ora in poi, oltre ai cioccolatini, saranno i tappi a trasmettere il pensiero dei grandi. Uno per tutti: “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”, scriveva Goethe. (arretrato de "La Stampa" del 26 marzo 2004)

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