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La Stampa

L’enoturismo meglio dell’alta moda. Studio della Bocconi sul settore preferito dai visitatori stranieri. Gli analisti: “Le potenzialità di crescita sono del 20%” ... La buona tavola e il vino sono il migliore spot pubblicitario per l’Italia nel mondo. Meglio della moda. I turisti stranieri, prima di partire, acquistano volentieri i prodotti nelle fattorie, per due motivi: la garanzia della genuinità e il ricordo della vacanza. Secondo gli esperti di marketing, il turismo enogastronomico può crescere del 20 per cento. La scelta di una buona cucina è tenuta in “giusta considerazione” al momento di prenotare il viaggio. Lo rivela lo studio affidato alla Borsa del Turismo enogastronomico “Biteg” di Riva del Garda all’Università Bocconi per capire che cosa cercano gli stranieri in Italia. Sono stati intervistati 140 tour operator e 3500 famiglie in Francia, Gran Bretagna, Austria, Belgio Germania, Olanda, Svizzera. Le risposte sono diverse secondo la cultura del Paese d’origine. La maggioranza dei tedeschi torna a casa portando con sé prodotti della gastronomia italiana (81,9%), abiti e accessori (79,9%, vino (52%); il vino italiano più conosciuto è il Chianti (58,6%), seguito dal Pinot grigio (20,3%), poi Bardolino 19,5%, Brunello (16,5%), Barolo (11,6%). Addirittura, tra loro il vino italiano ottiene il 92,4% di consensi, mentre la Francia è seconda col 48,3%. Tra i francesi, lo shopping di gastronomia italiana (53,1%) e vini (26%) raggiunge il 79,1% superando la moda che ha un “modesto” 41,9%, tra gli inglesi i due dati sommati danno il 93,2% (i vini sono al 28,3, ma l’Italia supera col 44,3% i vini francesi scelti solo dal 35,3% degli intervistati). Il Chianti la fa da padrone: l’ha scelto l’85,4% dei francesi, il 73,6% degli inglesi, il 40% dei tedeschi, il 75,8% degli svizzeri. Ma il 22,4% dei turisti francesi conosce l’Asti spumante (l’87,6% beve vino francese, il 24,4% vini italiani, di cui primo l’onnipotente Chianti 85,4%, Valpolicella 24,8, terzo l’Asti). Discorso a parte per gli svizzeri, che danno la precedenza al Chianti (75,8), al Barolo (42,7), Nobile di Montepulciano (20,4), Amarone (16,6), Primitivo (14), Brunello di Montalcino (8,3), Barbera (7), Merlot e Pinot grigio (6,4), Barbaresco (5,7), Valpolicella (4,5), Dolcetto d’Alba (2,5). Solo il 5% ha effettuato un percorso lungo le strade del vino. Dunque, amano i vini, ma sono poco interessati alle degustazioni enologiche. I ricercatori registrano l’effetto promozionale dell’enogastronomia: le specialità acquistate prolungano il ricordo della vacanza, affezionano il turista alla regione, e si fanno conoscere tra i parenti e amici. Oggi poi il turista chiede di conoscere la storia di un prodotto e i tour operator hanno rifatto i cataloghi per dedicare più pagine ai viaggi lungo le “strade del gusto” o del vino. Lo studio della Bocconi conclude che sempre più turisti sono interessati a una vacanza “genuina”. Una buona notizia anche per la Confederazione Italiana Agricoltori, che ha preparato una guida di oltre mille aziende agrituristiche, che sarà presentata mercoledì dal presidente della Cia Massimo Pacetti, dal vicepresidente vicario Giuseppe Politi e dal presidente di Turismo Verde Andrea Negri.

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