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La Stampa

Oggi mille Cantine Aperte per un milione di enoturisti ... Oggi più di 1.000 aziende vitivinicole italiane aprono le porte a oltre un milione di persone, battezzate con successo “enoturisti”. E’ il dodicesimo “Wine Day”, più conosciuto come “Cantine Aperte”, il giorno in cui consumatori e produttori si incontrano, come parenti divisi da quella distanza che separa città e campagna, ma che non esiste nel cuore di chi riscopre radici comuni. Una distanza colmata in passato dalle gite alle cascine dei padri, per tornare con quelle bottiglie, viatico profumato di amore e tradizione, pronte a distribuire il loro contenuto in tanti bicchieri che, prima di essere vuotati, venivano coccolati tra le mani, quasi a cercare un legame tra due esistenze. Ora questo percorso si è trasformato in un business che vale cifre iperboliche (il fatturato annuale è nell’ordine dei 2,5 miliardi di euro) e da quest’anno le cantine hanno potenziato ancora di più il servizio offerto, proponendo visite su prenotazione. Si rafforza così la filosofia di fondo che anima il movimento turismo del vino: dare un’accoglienza accurata e di qualità, sempre più mirata alle esigenze dei singoli consumatori, facendo in modo che il produttore possa accompagnare di persona gli appassionati alla scoperta di tanti piccoli segreti del vigneto e del vino. Ma la logica è quella che questa festa delle cantine aperte duri tutto l’anno grazie a strutture aziendali come agriturismi, wine bar od enoteche che garantiscano al pubblico la massima disponibilità di orari ed accoglienza. “Ad agevolare il turista nella ricerca e nella scelta delle cantine – spiega Francesco Lambertini, presidente del Movimento turismo del vino – ora c’è “Giravino”, la prima guida, reperibile in libreria, che raccoglie e descrive, regione per regione, i nostri associati e contiene preziose indicazioni sui territori italiani a vocazione vinicola”. Altro progetto di fondamentale importanza a cui si è dedicato il Movimento Turismo del Vino è la certificazione delle cantine associate, con lo scopo di mettere in risalto la qualità dell’accoglienza: le aziende certificate vengono valutate da un ente preposto, la Csqa, secondo i parametri dell’accoglienza di qualità ed ottengono una votazione espressa in foglie di vite: tre, quattro o cinque a seconda dei servizi proposti, più la categoria d’eccellenza delle cinque foglie d’oro.
In tutte le sue iniziative il Turismo del Vino collabora con associazioni ed enti che promuovono la cultura enologica: il più recente passo in questo senso è un programma che si svilupperà con l’Enoteca d’Italia, guidata da Pierdomenico Garrone. “Ogni informazione sulla giornata di oggi e sulle iniziative che si sviluppano nel corso dell’anno – ricorda Lambertini – è disponibile sul sito www.movimentoturismovino.it, ricco di indicazioni a proposito della manifestazione organizzata da ogni singola delegazione regionale ed in modo particolare su eventi specifici legati a Cantine Aperte”.
Difficile parlare di questa giornata senza far torto a troppi: solo in Piemonte, dalle 10 alle 18, si può scegliere tra 144 appuntamenti ricchi di suggestioni, come quelli di Rocchetta Tanaro, dove il premio Giacomo Bologna onora la memoria del profeta del nuovo Barbera, insieme alle manifestazioni della Fattoria Roceta o alla tenuta dei Marchesi Incisa. Oppure ancora, sempre nell’Astigiano, l’anteprima di “Giallo DiVino” misteri notturni in vigna” organizzato da Michele Chiarlo. Poi, tra i fasti di re Barolo e principe Barbaresco, uniti ai gioielli enologici del Roero e di Gavi, il recupero di vitigni rari, come il “Gamba di Pernice”, al centro di un convegno degustazioni guidate nella Tenuta dei Fiori, a Calosso. Mentre, oltre a quello delle Alpi, la vicina Valle d’Aosta offre un panorama vinicolo che va dal delicato Blanc de Morgex et La Salle al poderoso Enfer di Arvier, proposti, tra gli altri, dalle omonime cooperative. All’altro capo della Penisola, la Sicilia schiera 23 cantine, a metà strada l’Abruzzo ne propone 46, per salire alle 120 della Toscana, un lungo percorso, numero su numero, di regione in regione, sino a superare “quota mille”.

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