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La Stampa

MiWine scende in campo con una sfida a Bordeaux: da domani a mercoledì debutta la nuova rassegna milanese. La capitale del business italiano punta a rilanciare l’export vinicolo attraverso una Fiera dedicata ad operatori ed enoappassionati. L’Uiv: “Abbiamo già superato i francesi sul mercato statunitense” ... Da domani il mondo del vino avrà un nuovo palcoscenico: MiWine, che si terrà a Milano ad anni alterni, per non sovrapporsi al “Vinexpo” di Bordeaux. Nei programmi gli organizzatori che lanciano la sfida MiWine ha tutte le carte in regola per coltivare grandi ambizioni, visto che nasce da una joint-venture tra Fiera Milano e Unione Italiana Vini, associazione interprofessionale che, da oltre 100 anni, affianca l’imprenditoria vitivinicola nazionale. E proprio l’Uiv ricorda che negli Usa l’anno scorso l’Italia ha battuto la Francia aggiudicandosi il 32% del mercato contro il 28% realizzato dai vignerons d’Oltralpe.
Competizioni a parte, secondo le previsioni da domani a mercoledì 16 giugno nei padiglioni del Portello arriveranno 25 mila visitatori, ma cosa avrà in più MiWine rispetto alle altre manifestazioni fieristiche? “Innanzitutto – rispondono a Fiera Milano – una forte vocazione internazionale, perché promozionato in 43 Paesi grazie alla rete mondiale dei nostri uffici. Questo darà modo agli espositori di incontrare buyer provenienti da tutto il globo, creando le premesse per un incremento delle esportazioni”.
MiWine sarà una Fiera “business to business”, visitata da un pubblico di operatori altamente selezionato, in una città consacrata agli affari, capoluogo di una regione al primo posto in Italia per consistenza demografica, reddito e consumo di vino. E a tutti gli aspetti commerciali si aggiungono quelli di tipo culturale dei quali MiWine Emotions sarà un evento nell’evento, caratterizzato da un fitto calendario di degustazioni a tema, guidata, libere, wine tasting e altro. Tutto ciò sarà dedicato, oltre che agli operatori e alla stampa, agli enoappassionati, una categoria di consumatori che si sta rivelando strategica nell’affermazione commerciale e nel consolidamento della cultura del vino di qualità. MiWine Emotions aprirà le porte nel primo pomeriggio (alle 14,30) e chiuderà alle 23 per tutte le tre serate della rassegna; ogni incontro sarà riservato ad un numero chiuso di partecipanti, esclusivamente su prenotazione. Le degustazioni, almeno 50 al giorno, si svolgeranno in nove sale per una capienza totale, in contemporanea, di oltre 1200 posti. Ma qual è la ragione che ha fatto nascere MiWine? “I produttori – risponde Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini – cercavano qualcosa di innovativo, per cui abbiamo trovato questa sinergia con Fiera Milano, che voleva dedicarsi anche al settore vinicolo. E, contrariamente a chi dice che le fiere in questo campo sono troppe, abbiamo venduto tutti gli spazi fino all’ultimo millimetro”. La partecipazione dei produttori è stata massiccia: “Come aziende – dice Rivella - sono 1.200; un’adesione importante e qualificata. Adesso dobbiamo verificare se il meccanismo funziona”. In termini assolutamente pratici l’obiettivo di MiWine è dare uno strumento nuovo ai produttori: “E Dio sa se ce n’è bisogno in questo momento - sottolinea il presidente dell’Unione Italiana Vini riferendosi alle recenti flessioni su alcuni mercati – per allargare vendite, possibilità di contatti a livello nazionale e internazionale, imprimendo una virata positiva all’economia del settore”. “Per noi – ribadisce Rivella – la finalità è anche quella di impostare un marchingegno che si sostenga economicamente e possibilmente aiuti anche le nostre organizzazioni, che sono al servizio dei produttori”. Il costo di questa partita si traduce in cifre notevoli: “il gioco, il budget, l’investimento è importante, attorno ai 12 milioni di euro – conclude Rivella - Dobbiamo dire che è stato sostenuto finanziariamente da Fiera Milano, noi, come organizzazione interprofessionale, non abbiamo rischiato neanche un centesimo. Ma, a quanto pare, i conti tornano e sono assolutamente positivi”.

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