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La Stampa

Dal Barolo arrivano segnali di frenata. Il Presidente dell’Enoteca Regionale, Cabutto: “Basta con l’allegra politica dei prezzi”. Oggi viene presentata la prima annata del nuovo millennio ... L’Enoteca regionale del Barolo ha scelto Sergio Billè, presidente nazionale della Confcommercio, come testimonial dell’annata 2001, la prima del nuovo millennio. Una scelta non casuale ma fatta “in omaggio ai tanti ristoratori e albergatori italiani che si prodigano nel campo dell’accoglienza turistica”. La manifestazione di presentazione si svolgerà oggi nelle cantine marchionali di Castello Falletto. Sarà una festa - nell’occasione saranno premiati il condirettore de Tg5, Lamberto Sposini e i conduttori del programma di Radio 2, “Decanter” Federico Quaranta e Nicola Prudente (Tinto) - ma anche un’occasione di riflessione. Spiega Luigi Cabutto, presidente dell’Enoteca: “La crisi internazionale ha irrimediabilmente influenzato l’economia, ivi compreso il settore enologico che sino al 2000 è stato interessato da una gestione dei prezzi non sempre basata sui principi finanziari di base e sui reali costi di produzione. Anche il Barolo perciò sta attualmente registrando una flessione della domanda”. Il presidente preferisce non nominare mai la parola “crisi” anche se ammette che alle difficoltà di vendita corrisponde “un rovescio della medaglia. D’improvviso tante polemiche inutili sono finite e hanno pure fatto pace i polemici del Barolo che si dividono fra tradizionalisti ed innovatori. Tutti quanti ora pensando insieme a continuare a far amare un vino che è grande perché unico”. Ecco perché Cabutto si dice convinto che “il Barolo è e rimarrà sempre il Barolo” ed indica alcune linee di intervento per i prossimi anni perché “si tratta di un prodotto che comunque tira”. La prima: “La nostra sfida è di fare incontrare il Barolo ai giovani. Dobbiamo raggiungerli nei loro bar e nelle loro enoteche e cercando di andare incontro alle loro possibilità economiche che non sono da 70 o 80 euro o ancora di più alla bottiglia”. La seconda: “Dobbiamo lavorare sul valore di un territorio poiché questo è un vino unico, frutto di un unico vitigno che non può essere imitato. Può essere prodotto con le sue caratteristiche solo qui, nelle Langhe e non in altre parti del mondo”. Insomma, deve essere rivista “la politica allegra dei prezzi” perché non è “possibile trovare nella nostra enoteca dove abbiamo in vendita 120 case vinicole un divario tra prezzi di bottiglie della stessa annata che tocca una forbice che raggiunge i 50 euro. Così disorientiamo il consumatore”. Che fare, allora? “L’unica soluzione - conclude Cabutto - è legare i prezzi ai reali costi di produzione evitando di incidere negativamente sulle quotazioni di mercato solo perché oggi esistono concrete difficoltà di vendita”.

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