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La Stampa

Tutti investigatori «on line» sulle tracce di una bottiglia. La Federdoc mette in rete la trasparenza dei suoi associati ... La tracciabilità va in bottiglia. Grazie ad un sistema messo a punto da Federdoc (l’organismo che raggruppa 120 consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) è diventato possibile ricostruire, a ritroso, la vita delle bottiglie di vino Doc e Docg. E la cosa più interessante è che ogni consumatore può arrivare al tracciato completo del percorso da casa sua, seduto davanti ad un pc collegato ad Internet. Inutile dire che questo nuovo strumento di trasparenza qualifica ulteriormente l’enologia italiana, soprattutto sui mercati esteri, particolarmente attenti alle garanzie sulla qualità dei vini. Un esempio per tutti di questa attenzione è quello del Giappone, dove l’eccesso di offerta generica di vini ha portato ad un acuirsi della richiesta di garanzie di qualità riscontrabili. Seguire, da casa fino al vigneto, con un semplice «clic», il percorso di una bottiglia di vino.
Ovvero: la rintracciabilità del prodotto lungo il cammino dalla vigna alla bottiglia e, una volta in mano al consumatore, da questa alla vigna. Per avere un'idea delle potenzialità del sistema basta collegarsi «on line» con il consorzo di produzione, inserire il codice che si trova sulla fascetta di ogni bottiglia per vedere in tempo reale quante bottiglie sono state prodotte dello stesso lotto, le caratteristiche specifiche del vino (dal titolo alcolometrico all’acidità) ed i dati del produttore, sito internet compreso. Tutto questo ce lo fanno vedere al Consorzio del Franciacorta, dove il sistema sarà operativo tra breve. Attualmente la carta d’identità elettronica di ogni bottiglia è già fattibile in 12 consorzi (Asti Doc, Moscato d’Asti Docg, Colli Bolognesi Doc, Colli Bolognesi Classico Doc, Colli Maceratesi Doc, Esino Doc, Lacrima di Morro d’Alba Doc, Rosso Conero Doc, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, Verdicchio di Matelica Doc, Vernaccia di Serrapetrona Doc) seguiti a breve da altri 16.
«Un risultato finale visibile dei controlli, che costituisce un modo in più - come spiega il direttore del Consorzio del Franciacorta Docg, Adriano Baffelli - per tutelare produttore e consumatore anche mediante tecniche di precision farming». «La nostra organizzazione - dice soddisfatto Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc - è in grado di fornire dati certi sui vini a denominazione d’origine per tutti gli operatori e su tutte le fasi produttive, dall’uva al vino in bottiglia, per il 100% della produzione, con conseguenti riscontri documentali ormai ampiamente collaudati ed efficienti». Questo avviene grazie ad una banca dati affidabile ed aggiornata in tempo reale, a disposizione per ogni eventuale richiesta delle organizzazioni della filiera e degli organi competenti, sia a livello nazionale, sia territoriale, tanto per fini statistici che di controllo. Questo, anche con possibilità di acquisizione automatica a sistema dei dati di loro interesse, cosa che avviene già in alcune Regioni dove sosno state stipulate convenzioni ad hoc. «Avere la disponibilità delle giacenze e produzioni per le 65 denominazioni d’origine controllate, aggiornata e disponibile in tempo reale anche per le Istituzioni e tutti gli operatori, consente una programmazione che supporta le scelte di mercato e di politica delle Doc», sottolinea il presidente di Federdoc.
Ma non basta: il sistema consente la ricostruzione del «Vigneto Italia Vqprd » direttamente sul campo, partendo dalla documentazione di base acquisita al settembre 2000 (che tiene conto anche dei cambi di conduzione e dei reimpianti) e lavorando con strumenti idonei, comprese le strumentazioni Gps, che servono tra l’altro a considerare elementi come le forme di allevamento, i sesti di impianto, la composizione ampelografica. I dati così raccolti, oltre a essere messi a disposizione delle aziende controllate, vengono inseriti nel sistema dell’Agea. «Conoscere a fondo ogni apetto delle Doc vinicole - ribadisce Ricci Curbastro - significa tutelare i produttori, pianificare le strategie future, qualificare il prodotto e garantire il consumatore con offerte conformi alle richieste, contro ogni forma di imitazione e speculazione. (arretrato de La Stampa del 2 aprile 2006)

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