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La Stampa

Il Consorzio dell'Asti brevetta un sistema di controllo. Nel 2005 venduti 68,7 milioni di bottiglie. Ecco la macchina che svela i falsari delle Docg ... Lo Stato dove si consumano più bottiglie di Asti Spumante, in proporzione al numero degli abitanti, è la Città del Vaticano. In Estonia e in Australia i consumi sono equivalenti. Il Consorzio dell’Asti Spumante ha messo a punto l’unico sistema di controllo produzione-vendite-stoccaggio in tempo reale esistente. Funziona da 12 anni ed è stato «esportato» in via sperimentale in altri 26 consorzi e ora che sta per essere adottato a livello ministeriale.
Il motivo? «Non è un sistema di controllo qualitativo ma certifica l’origine e la quantità di vino corrispondente alla reale produzione dell’annata e chiude la porta ad ogni possibile moltiplicazione. Così non ci sarà più spazio per chi vuol fare il furbo con le doc», spiega Paolo Ricagno, presidente del Consorzio. Il sistema consente di monitorare «on line» il rispetto di tutti gli adempimenti (denuncia delle uve, certificazione a Doc e Docg del vino, imbottigliamento e relativa conformità) a cui sono soggetti i produttori. A questo punto è possibile risalire al primo parere di conformità e di avere la certezza che in bottiglia vada solo ed unicamente il quantitativo di vino corrispondente alla reale produzione dell'annata. Attraverso questo sistema il Consorzio elabora anche i dati di bilancio che sono stati presentati in questi giorni al Vinitaly.
L'Asti Spumante si rafforza sui mercati internazionali. Nel 2005 l'export dello spumante dolce e aromatico è cresciuto del 6,8%, trainando il comparto che ha chiuso l'anno con un saldo positivo del 2,21% rispetto al 2004. Le vendite globali hanno toccato i 68,57 milioni di bottiglie (contro i 67,1 milioni del 2004) con un giro d’affari di oltre trecento milioni, il dato migliore nell'ultimo quinquennio. Tra i dati più confortanti c’è la forte inversione di tendenza sul mercato tedesco che ha recuperato il 6,8 per cento sul 2004. Decisamente positivo l'andamento della Russia che ha ulteriormente migliorato il costante trend di crescita degli ultimi anni: nel 2005 le vendite hanno superato i 3 milioni di bottiglie con un balzo del 62,8%.
Punto dolente dell'Asti Spumante è invece il mercato nazionale, che ha perso il 10,2% attestandosi a 14,9 milioni di bottiglie. Proprio sull'Italia si concentreranno le prime iniziative del piano McKinsey, che punta, con un investimento triennale che sfiora i 40milioni alla valorizzazione e al rilancio del prodotto anche in Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia. (arretrato de La Stampa dell'8 aprile 2006)

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