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La Stampa

Per le bottiglie italiane la via dell’Est è in discesa. Forte crescita delle esportazioni nella Repubblica Ceca ed in Ungheria ... Tra i mercati emergenti del vino italiano hanno crescente importanza alcuni Paesi dell'Est entrati di recente nell'Unione Europea, come la Repubblica Ceca e l'Ungheria, che ospitano in questi giorni una serie di iniziative di supporto promosse dall'Ice.
«La Repubblica Ceca, negli ultimi cinque anni, ha fatto registrare una variazione qualitativa dei flussi esportativi sia in valore sia in volume - spiega Giuseppe Martelli direttore generale di Assoenologi e relatore nelle diverse conferenze tenute a Praga e a Budapest sul vino italiano - Per quanto attiene i valori infatti la variazione 2004/2005 fa registrare un incremento del 51% passando da 12,2 a 18,5 milioni di euro. Per quanto riguarda invece i volumi l'incremento è stato di ben l'82%, ovvero si è passati dal 227 mila ettolitri del 2004, ai 413 mila del 2005».
E, secondo Martelli, le vendite di vini in bottiglia sono destinate a crescere ulteriormente, visti l'espansione dell'economia del Paese, che aumenta dell'8% all'anno, e il flusso turistico internazionale quasi raddoppiato negli ultimi anni. «Inoltre, aggiunge Martelli, nonostante il mercato sia caratterizzato da una forte propensione per i vini rossi, negli ultimi due anni le vendite dei bianchi sono passate dal 5 al 40%, sfatando il luogo comune di un mercato rigido e statico e aprendo la strada all'offerta dei vini bianchi italiani le cui vendite, nel biennio in esame, sono aumentate di otto volte».
Per quanto riguarda l'Ungheria, l'incremento delle nostre bottiglie, tra il 2004 e il 2005 è stato del 30% passando da 4,9 a 6,3 milioni di euro. Più accelerata la dinamica dei volumi che sono cresciuti del 53% passando da 51 mila ettolitri a 79 mila ettolitri. (arretrato del Stampa del 30 aprile 2006)

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