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La Stampa

Vertice storico - De Castro convoca organizzazioni di settore e produttori. Gli Stati generali del vino italiano sfidano Bruxelles. Si prepara la risposta nazionale alle scelte Ue ... E’ la prima volta nella storia del vino italiano: il Ministro delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, convoca gli «Stati generali» del settore, un vertice, che durerà l’intera giornata di giovedì prossimo, per abbozzare le strategie nazionali da contrapporre alla proposta della Commissione europea per la modifica del mercato vitivinicolo.
«E’ un contributo ai contenuti della riforma - dice il ministro - ma è soprattutto un fatto di metodo, un approccio ordinato alle proposte dell’Unione europea: prima si ascolta, poi ci si confronta su cosa si può accettare e rifiutare. Dopodichè inizia la concertazione vera e propria da cui deve uscire una lista di priorità negoziali. Con quella si va a Palazzo Chigi e si chiude su un impegno comune che il ministro rappresenterà a Bruxelles e che nessuno potrà sconfessare in corso d’opera». Insomma, una volta messe le cose in chiaro non ci si potrà più chiamare fuori a nessun titolo.
«Il settore vitivinicolo ha un ruolo strategico per l'agricoltura italiana - spiega De Castro - e grande attenzione sarà rivolta al miglioramento e alla tutela della qualità dei nostri vini. Abbiamo da difendere la storia di una grande enologia, forte dell'indubbio valore aggiunto di una tradizione secolare». Agli Stati generali saranno presenti gli assessori all'Agricoltura di tutte le Regioni italiane che, insieme al ministro, prenderanno nota delle posizioni delle varie componenti della filiera vitivinicola nazionale in vista della fase finale dei negoziati per la riforma europea del settore che partirà in autunno. E a sottolineare quanto il dialogo in sede europea possa concretizzarsi in una maggiore competitività del vino italiano, il ministro ha partecipato in un solo mese a ben tre bilaterali: il 14 giugno con il suo omologo francese, Dominique Bussereau; il 22 giugno con la collega irlandese, Mary Coughlan e l'11 luglio con la titolare dell’agricoltura spagnola, Elena Espinosa.
«In particolare l'accordo tra Italia e Spagna - ha ricordato De Castro - ha tra i suoi punti cardine quello di evitare il ricorso indiscriminato a interventi di estirpazione dei vigneti». La proposta di riforma del mercato vitivinicolo elaborata dalla Commissione europea prevede infatti l'espianto di 400.000 ettari di vigneti in cinque anni, con un contributo Ue di 2,4 miliardi di euro. Verrebbero poi aboliti gli aiuti di mercato alla distillazione, al magazzinaggio privato, all’uso di mosti. Sarà anche istituita una dotazione nazionale perchè i paesi produttori possano finanziare le misure che meglio si adattano alle rispettive situazioni locali.
La politica di qualità verrà semplificata definendo due sole categorie di vino (con e senza indicazione geografica). Semplificazione anche per l’etichettatura, in cui potrebbe essere ammessa l'indicazione del vitigno e dell'annata anche per i vini senza indicazione geografica. Sul fronte dell'arricchimento dei vini verrà vietato lo zuccheraggio e, per venire incontro ai Paesi Terzi in ambito Wto, si pensa di eliminare il divieto di vinificare nel territorio dell’Unione Europea mosti importati e di miscelarli con i vini prodotti nel territorio comunitario. Il processo di riforma si dovrebbe concludere nel primo trimestre del 2007.
Nelle pieghe della riforma c’è anche il via libera all’impiego dei trucioli per simulare l’invecchiamento in barrique, una pratica che ha suscitato una vera levata di scudi in Italia. Coldiretti, Legambiente e Città del Vino annuciano una mobilitazione per fermare la normativa Ue. La Cia chiede che, se la norma passerà, l’uso dei trucioli sia chiaramente indicato in etichetta. In cambio però ci si aspetta la protezione delle nostre denominazioni di origine in quegli Stati che le hanno fino ad ora usurpate.
A proposito dell’estirpazione dei vigneti, invece, il presidente della Commissione agricoltura della Camera, Marco Lion, sottolinea il rischio di notevoli problemi idrogeologici per le aree collinari interessate. E contro il taglio drastico degli interventi di mercato si esprime Fedagri: «Condividiamo gli obiettivi che la Commissione Ue si propone di raggiungere con una riforma di settore ambiziosa e profonda - dice il presidente, Paolo Bruni - ma siamo altrettanto coscienti che ciò deve essere fatto attraverso l'adozione di misure d’accompagnamento». Globalmente negativa, invece, la valutazione di Confagricoltura: «La strategia di difesa proposta dalla Commissione non è accettabile - sintetizza Federico Vecchioni, che guida l’organizzazione -. Gli strumenti individuati appaiono assolutamente inadeguati al sistema vitivinicolo europeo, che, va ricordato, è leader assoluto sul mercato mondiale».

L’assemblea del contropotere
Gli Stati generali (nell’immagine la convocazione del 5 maggio 1789, a Parigi) erano l’organo di rappresentanza delle tre classi sociali (nobiltà, clero e borghesia) in Francia prima della Rivoluzione ed avevano la funzione di limitare il potere monarchico. Le richieste del popolo all'assemblea erano raccolte nei «cahiers dé doléances». (arretrato de La Stampa del 16 luglio 2006)
Autore: Vanni Cornero

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