02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

Tendenze - Balzo del 13% per l’export nei primi due mesi dell’anno. Il mercato nazionale cambia target … Il calo delle nostre esportazioni nei primi mesi del 2006, da qualcuno ipotizzato, non si è avverato, anzi i primi due mesi dell'anno hanno fatto registrare un ulteriore sensibile incremento delle nostre vendite all'estero con un balzo in avanti del 13% nei volumi e del 5% nei valori rispetto allo stesso periodo del 2005.
«Una situazione - commenta Beppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, l’associazione che nel suo congresso in corso ad Ischia festeggia i 115 anni di vita - tale da confermare le positive performance delle esportazioni di vino italiano del 2005 che, a consuntivo, hanno fatto registrare un incremento complessivo del 10% in volume, pari al 31% dell'intera produzione italiana, per un controvalore di 3 miliardi di euro, ovvero del 3% in più rispetto al 2004. Il fatto è che esportiamo il 90% del nostro vino viene esportato solo in 11 Paesi e quindi dobbiamo conquistare o consolidare le nostre performance anche negli altri, che sono oltre 150». Tutto questo senza dimenticare l’importanza del mercato domestico, che, solo per quanto riguarda il vino confezionato (in bottiglie, magnum o box) venduto al dettaglio vale ben 2 miliardi di euro.
E proprio dalle vendite nazionali vengono importanti indicazioni sulla disponibilità dei consumatori riguardo alla spesa: «Nei primi tre mesi 2006 la segmentazione del mercato, sulle fasce prezzo al litro, registra, nei volumi un +4,5% per i vini che costano più di 5 euro al litro - dice Martelli -. In flessione dell'1%, invece, la fascia da 3-5 euro, ma con alle spalle una crescita del 9,7% nel 2005, mentre la fascia da 2-3 euro che veniva da un trend negativo (-4,6%), risulta ora in crescita del 5,9%. Allineate all'anno precedente le vendite dei prodotti con prezzo a litro compreso tra 1-2 euro». Insomma, la richiesta sembra concentrarsi in particolare sui vini con listini abbordabili senza rinunciare ad un buon livello di qualità.
Una tendenza confermata dal fatto che per riempire la cantina si preferisce sempre di più il supermercato all’enoteca: «Circa il 60% delle vendite è realizzato dalla grande distribuzione e gli indicatori dicono che questa quota è destinata a crescere - sottolinea Giuseppe Zerbo, manager dei Supermercati Gruppo Pam -. Oggi sugli scaffali dei supermarket vengono acquistati circa 522 milioni di litri, con un fatturato di 1154 milioni di euro». Un dato che conferma e consolida la crescita degli ultimi 5 anni, in cui la grande distribuzione ha fatto registrare un aumento pari al 48,1% in valore e del 22,5% in volume.
Ma torniamo all’export: «I dati delle vendite all'estero nei primi due mesi del 2006 fanno registrare una crescita nei volumi del 21% per i vini bianchi e del 13% per quelli rossi - spiega ancora il direttore di Assoenologi -. Aumentano anche le performance dei vini rossi a denominazione di origine le cui esportazioni sono cresciute dell'8%, mentre è calata del 3,8% la richiesta di quelli bianchi. Anche la ripresa delle vendite di vino sfuso sono incoraggianti visto che, sempre nei primi due mesi dell'anno, è cresciuta del 33% rispetto allo stesso periodo del 2005».
«Sta di fatto comunque che dei primi 80 mercati per l'export del vino italiano 60 sono con segno positivo, 18 con segno negativo e 2 risultano stabili - nota Stefano Raimondi, direttore dell'ufficio vini e bevande dell'Istituto nazionale commercio estero -. In questo contesto va però rimarcato che mercati primari come quelli degli Stati Uniti e del Canada crescono rispettivamente del 6,2% e del 38%. Anche il Giappone torna a bere italiano con un incremento del 2%. Ovviamente non mancano mercati in rosso, tra questi ricordo la Germania che fa registrare -10,3% e la Svizzera che cala del 2%, mentre il Regno Unito fa registrare una piccolissima flessione di poco superiore al 5%». E leggendo il rapporto presentato al congresso dell'Assoenologi si notano anche interessanti incrementi in particolar modo in alcuni Paesi «emergenti europei».
La Danimarca, ad esempio, cresce del 13%, il Belgio del 20% l'Ungheria del 30%, la Repubblica Ceca e la Federazione Russa di ben il 50% ciascuna. A livello internazionale non mancano neppure incrementi a tre cifre come Brasile e Corea del Sud in cui i vini italiani nei primi due mesi del 2006 fanno registrare incrementi rispettivamente del 162% e del 111%.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su