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La Stampa

Agli ispettori anti-frode i controlli sui vini di qualità De Castro centralizza le verifiche finora affidate ai Consorzi ... “Abbiamo cercato di superare il conflitto tra controllori e controllati centralizzando il sistema di vigilanza. Dal 1 ottobre la verifica sulla produzione dei vini di qualità prodotti in determinate zone sarà affidato all’Ispettorato Centrale per la Repressione delle Prodi”. Paolo De Castro, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, spiega così la decisione di assegnare ai 950 ispettori il potere di verifica sui Consorzi di tutela finora incaricati di controllare i vini di qualità.
Ministro perché centralizzare la vigilanza? “Il nostro obiettivo è di sostenere la qualità delle produzioni agroalimentari italiane. Per vincere la concorrenza e battere gli imitatori dobbiamo garantire il maggior rigore possibile. Il provvedimento permette di dare un’immediata risposta alle esigenze di tutela e trasparenza di una delle più importanti filiere del made in Italy”.
Bastano 950 ispettori? “È un primo passo, importante, anche in vista delle trattative per la riforma dell’Organizzazione comune di mercato che sarà varata a livello europeo entro la fine dell’anno. Noi chiediamo più tutela per i nostri prodotti e allora dobbiamo rispondere con maggior efficienza e rigore nei controlli”.
Quali sono gli altri passi? “Il ministero sta mettendo a punto un’operazione complessa per la messa a regime di un sistema di controlli e di vigilanza su tutte le produzioni certificate. Dobbiamo individuare anche per il vino dei soggetti terzi per la certificazione di qualità e controlli così come oggi accade per i formaggi e i prosciutti e altre specialità alimentari. I controlli sui vini di qualità fino ad oggi erano affidati agli stessi consorzi in via sperimentale”.
Obiettivo ambizioso. Bastano 950 ispettori? “Le ripeto è un primo passo che serve a garantire una transizione trasparente in vista di una riforma strutturale del sistema dei controlli. Vogliamo orientare il sistema vino a denominazione verso il modello già in essere per le Dop e le Igp e basato su un sistema di controllo affidato ad organismi terzi. All’autorità pubblica spetta la competenza sulla vigilanza. il mio obiettivo è di attuare nei tempi più rapidi possibili il necessario adeguamento della legge 164 del 1992”.
Fino ad oggi i programmi sperimentali di controlli affidati ai consorzi erano 28. Che cosa succederà con la firma del decreto? “Gli incarichi sperimentali saranno confermati ma per assicurare la massima trasparenza al settore, la tutela per i consumatori e certezze per Consorzi e produttori abbiamo deciso di riaprire i termini per la presentazione di domande da parte di altri Consorzi”.
Il decreto permette altre sperimentazioni? “Abbiamo deciso di testare la validità di specifici interventi miranti al controllo della qualità. C’è una forte richiesta da parte dei produttori di talune denominazioni e realtà regionali. Sperimenteremo l’adozione di fascette e ologrammi anticontraffazione”.
Ministro che fine ha fatto l’autorità italiana per la sicurezza alimentare? "A settembre, insieme con la collega Livia Turco, formalizzeremo la proposta per la nascita dell’Autorità italiana. Il nostro obiettivo è di arrivare a dare indicazioni uniche sui controlli alimentari. Si tratterà di un organismo snello una sorta di segretariato generale con il compito di coordinamento”. Quando sarà operativa? “Con ogni probabilità ad ottobre”.
Dove sarà localizzata la sede dell’Autorità italiana? “In una regione del Sud. Ma la scelta deve essere ancora fatta e sarà una decisione collegiale del Consiglio dei ministri”. In campagna elettorale lei e il vice-premier Massimo D’Alema avevate parlato di Foggia.
Sarà Foggia? “La scelta del Consiglio dei ministri sarà collegiale”. (arretrato de La Stampa del 13 agosto 2003)
Autore: Maurizio Tropeano

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