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La Stampa

Il sindaco proibisce i trucioli ... Un primo importante paletto contro la pratica, accettata dall’Unione Europea nell’ambito delle trattative Wto, di usare trucioli per simulare l’invecchiamento del vino in barrique è stato posto dal Comune di Torrecuso in provincia di Benevento, patria di prodotti di alta qualità, come l’Aglianico del Taburno e il Falanghina. Qui il sindaco Francesco De Nigris, medico di professione, ha emanato un’ordinanza, che vieta in tutto il territorio comunale l’utilizzazione dei cosiddetti “chips” nelle pratiche enologiche. Si tratta del primo provvedimento di questo tipo, adottato in Italia e in Europa.
“Con questa ordinanza - spiega il sindaco De Nigris - il nostro Comune ha voluto riaffermare il diritto alla salute pubblica insieme con la tutela dell’economia del territorio, poiché il rischio è quello di porre fuori mercato vini di grande qualità prodotti in Comuni come il nostro, e che si troverebbero a competere con vini di qualità inferiore a prezzi notevolmente più bassi”.
Anche perché - si legge nell’ordinanza comunale - è imminente il recepimento da parte dello Stato Italiano di una direttiva comunitaria che legalizza, per l’invecchiamento dei vini, i cosiddetti trucioli in luogo delle barriques. Consenso e approvazione per l’ordinanza del sindaco di Torrecuso sono venuti da Marco Lion, presidente della Commissione Agricoltura della Camera. “L’auspicio - ha detto Lion - è che, a differenza di come si sta evolvendo la globalizzazione dei mercati, il vino non venga ridotto al rango di semplice bibita; in quanto racchiude in sé la storia, i saperi e le qualità dei territori di produzione”.
Lion ha spiegato che la Commissione Agricoltura ha approvato una risoluzione parlamentare in cui si ricorda che il “il 10 marzo2006 l’unione Europea e gli Stati Uniti hanno sottoscritto un accordo bilaterale sul commercio, del vino, che prevede l’accettazione di pratiche enologiche applicate negli Stati Uniti, anche se finora non ammesse nell’Ue”.
Nella risoluzione la Commissione ha impegnato il governo “a porre in atto nelle competenti sedi comunitarie ogni opportuna iniziativa utile” a tutelare e valorizzare la qualità e le specificità dei vini italiani in particolare in riferimento alla pratica enologica dell’aggiunta di trucioli di legno nel vino.
La Commissione Agricoltura ha quindi chiesto all’esecutivo “di adottare tutte le misure opportune per assicurare che dall’adozione di tale pratica risultino esclusi il vini Docg (denominazione di origine controllata e garantita), Doc (Denominazione di origine controllata) e Igt (indicazione geografica tipica), e che tale pratica, qualora sia utilizzata per i vini da tavola, sia rigorosamente disciplinata e indicata nell’etichetta”.
E sugli eventuali problemi per la salute dai trucioli nel vino De Nigris cita Giorgio Calabrese, componente dell’European Food Safety Authority, secondo il quale l’uso dei “chips” potrebbe comportare danni all’organismo. “A giudizio del professor Calabrese - ricorda infatti il sindaco di Torrecuso - questa pratica è dannosa, poiché favorisce la cessione di idrocarburi e di alcuni metalli pesanti e test su cavia hanno evidenziato danni a fegato e reni”. (arretrato de La Stampa del 3 settembre 2006)
Autore: Gianni Stornello

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