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La Stampa

La vendemmia è in ritardo per colpa del maltempo ... Danni a stalle e serre. Chiesto lo stato di calamità... Roma - “Piogge intense che provocano allagamenti nelle campagne, violenti nubifragi che danneggiano piante, serre e strutture agricole”. È il bilancio di Coldiretti fatto in base al monitoraggio sugli effetti del maltempo. Impossibile al momento una stima, anche parziale, dei danni ma la prima conseguenza di questa ondata di temporali, trombe d’aria e grandinate è “il rallentamento di tutte le operazioni colturali, compresa la vendemmia che sarà ritardata in tutta Italia”. Le regioni più colpite sembrano Liguria, Veneto, Piemonte, Lombardia e Sardegna tanto che la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, ha chiesto che venga dichiarato al più presto lo stato di calamità naturale per le zone più colpite. La furia delle acque - sottolinea la Cia - ha distrutto i campi coltivati allagandoli e portando via intere produzioni. In molte zone gli agricoltori saranno costretti ad una risemina. In Liguria hanno subito gravi danni la floricoltura, l’ortofrutta, la vitivinicoltura e l’olivicoltura. Come detto nella stragrande maggioranza delle regioni colpite è stata bloccata la vendemmia, il che potrebbe avere effetti negativi sulla produzione vinicola. Analogamente, la violenza delle piogge e soprattutto le trombe d’aria hanno recato danni ingenti alle strutture e ai macchinari aziendali. Le più colpite risultano le serre e le stalle, molte delle quali allagate. Anche la zootecnia ha dovuto fare i conti con le intemperie. Capi di bestiame (bovini e ovini) sono purtroppo morti trascinati dalle esondazioni dei fiumi. L’allarme lanciato dalla protezione civile si è diffuso rapidamente nelle campagne dove - continua la Coldiretti - i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente: tende ad allontanarsi per scorrimento portando con se la parte superficiale del terreno e favorendo frane e smottamenti. Le organizzazioni agricole sottolineano la necessità di interventi strutturali visto che “il 7,1 per cento del territorio nazionale, per un totale di oltre 21 mila chilometri quadrati, è considerato a rischio frane e alluvioni”. In questo mento è la grandine a essere molto temuta, per i danni irreversibili che potrebbe causare a frutta e verdura in campo come le mele e le pere, ma anche piante e alle strutture aziendali come le serre”. (arretrato de La Stampa del 17 settembre 2006)

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