La Stampa

Sorelle in nero d’Avola ... Le sorelle Occhipinti sorridono. Hanno 50 anni in due e per loro il Salone del Gusto era il grande esordio. All’incontro con l’autore di ieri pomeriggio c’erano anche una trentina di incuriositi giapponesi e americani, sorpresi dalla grinta di queste siciliane di Vittoria che hanno presentato due loro vini: il Siccagno, un Nero d’Avola in purezza e il Frappato, vitigno antico che concorre a comporre la doc del Cerasuolo.
Poco più di un ettaro e diecimila bottiglie in tutto vendute tra i 10 e i 15 euro e una storia raccontata con orgoglio e un pizzico di poesia. Arianna è l’enologa: laurea presa a Milano con una gran nostalgia della Sicilia. Fausta studia architettura del paesaggio a Parigi e segue la voglia di vigna della sorella che tra i filari ci starebbe giorno e notte a “dialogare con il vento e carezzare la terra”. Sono parole sue, ma le coniuga in concreto aggiungendovi la fatica del lavoro fisico. Parlano le sue mani callose e tagliate. Mani di una ragazza che il lavoro lo fa davvero e in prima persona. “Mi piace fare e pensare al vino, assaggiarlo, gustarlo, innamoramene e pensare oltre”. Una passione ispirata dallo zio viticoltore che lancia anche un segnale di riscatto per l’enologia di Vittoria, in provincia di Ragusa, una terra convertita negli anni scorsi alle coltivazioni di ortaggi sotto serra.
Ora torna con questi due rossi armoniosi dedicati ai versi di Neruda e all’ispirazione laica di Veronelli. Proprio all’eno-giornalista Arianna scrisse una notte una lettera, quand’era a Milano come studentessa in enologia. Chiedeva aiuto e consiglio contro la scuola che insegnava a produrre vini “costruiti” secondo formule precise. La risposta non tardò: “Rispetta la storia e la terra e respira con lei”.