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La Stampa

Si riempiono i bicchieri con 80 milioni di euro ... Debutta in anticipo sui concorrenti francesi il primo assaggio della vendemmia 2006. Da domani sul mercato 20 milioni di bottiglie. Il Veneto garantisce il 30% della produzione. Prezzi medi sui 4,5 euro ... È la prima prova sui campo, anzi nel bicchiere, per la vendemmia 2006. Da domani si stapperanno le prime bottiglie di vino novello tra gli oltre 20 milioni che costituiscono la produzione nazionale e rappresentano un giro d’affari intorno agli 80 milioni di euro. Un riscontro importante, perchè, attraverso questo primo frutto della raccolta delle uve da poco conclusa, si potrà valutare la qualità degli altri vini che saranno commercializzati a maturazione completata. E, a giudizio dei tecnici, il livello sarà eccellente. “Quella dei vini novelli - spiegano alla Confederazione italiana agricoltori - è una piccola nicchia di mercato che trova le sue radici in vecchissime tradizioni locali di abbinamento tra vini nuovi, ottenuti macerando a lungo le uve intere pressate sofficemente, e frutti caratteristici dell’autunno come castagne e marroni e piatti a base di funghi”. Di queste tradizioni fanno parte i molto ricercati il friulano “Tocai di Spessa” (che dopo la decisione di assegnare la denominazione Tocai all’Ungheria dovrà cambiare nome) o il laziale “Cesanese di Olevano”. Negli anni Ottanta, prendendo esempio dalla Francia, i novelli sono sottoposti ad una apposita normativa che, oltre al primo giorno di vendita, ha stabilito le caratteristiche e la limitazione produttiva ai soli vini Doc o Igt. L’anteprima assoluta, con un giorno di anticipo, andrà in scena oggi (battendo sul tempo di 11 giorni il concorrente francese Beaujolais Nouveau) al “Salone nazionale del vino novello” di Vicenza, arrivato alla diciannovesima edizione. Una scelta geografica ben precisa, visto che il Veneto, con oltre 6 milioni di bottiglie, rappresenta da solo circa il 30% di tutta la produzione nazionale di novello, A buona distanza seguono Toscana e Trentino Alto Adige con più di 2 milioni di bottiglie ciascuno, poi, con cifre sopra il milione di bottiglie, Sicilia, Emilia Romagna, Puglia e Friuli, seguite con quantità inferiori dalle altre regioni. E’significativo, inoltre, il fatto che quasi la metà del novello che andrà sul mercato (8 milioni di bottiglie) è di origine cooperativa e, sia in termini di volume, sia di valore, la prima azienda italiana sarà ancora una volta la Cavit di Trento, con oltre 1 milione di bottiglie, che, insieme alla Caviro, alla Cantina di Soave e alla Banear, tutte strutture aderenti a Fedagri, esprimeranno il 29% del vino novello prodotto dalle prime 20 imprese vitivinicole italiane. Quest’anno ci sarà un debutto nel debutto, che probabilmente non mancherà di alimentare qualche polemica: il primo novello Igt in “brik”. Le aziende che hanno optato questo contenitore al posto della tradizionale bottiglia, sono certe, sulla scorta di una lunga sperimentazione, della validità della scelta, che unisce facilità di trasporto e maneggevolezza ad un prezzo molto conveniente, senza penalizzare la qualità. Nelle preferenze dei consumatori si prevede una crescita dei rossi da vitigni autoctoni. I prezzi sono valutati stabili e perfino in flessione (da un minimo di 2 fino ai 6 euro, con una media di 4,5) rendendo conveniente il novello come “vino quotidiano”, almeno per i prossimi sei mesi.

La top ten in cantina - Bottiglie nel 2006
Veneto - 6.400.000
Toscana - 2.500.000
Trentino Alto Adige - 2.200.000
Emilia Romagna - 1.400.000
Sicilia - 1.300.000
Puglia - 1.300.000
Friuli-Venezia Giulia - 1.250.000
Sardegna - 1.000.000
Lazio - 800.000
Piemonte - 550.000
Altri - 11.523
Totale - 20.223.000
(arretrato de La Stampa del 5 novembre 2006)

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