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La Stampa

In cantina arriva il buyer globale ... Giovedì 29 marzo si apre la 41 edizione di Vinitaly e come sempre il variegato mondo che gravita attorno all’evento enologico più importante d’Italia si è messo in moto. Alla vigilia della kermesse, il mercato del vino italiano pare goda di ottima salute, uscito indenne da numerosi rovesci politico-economici: dalle ripercussioni delle crisi internazionali all’impennata delle quotazioni dell’euro, alla forte concorrenza dei paesi del Nuovo Mondo. Nonostante questi fattori negativi, le esportazioni hanno ripreso già nel 2006 a crescere con ritmo vorticoso, mettendo a segno un più 7% sul 2005 e raggiungendo la cifra monstre di 3.195 milioni di euro. Un terzo di questa torta è rappresentato dalle esportazioni verso gli Usa, dove le bottiglie del Bel Paese la fanno da padrone: esportiamo il doppio dei vini francesi, il quadruplo dei cileni e sette volte tanto degli spagnoli.
In un contesto cosi roseo, però, mi pare giusto segnalare alcuni fenomeni preoccupanti. Oltre alla moda di produrre vini sempre più globalizzati e poco aderenti al terroir che ha colpito il nostro continente, negli Stati Uniti è cominciato un gioco di acquisizioni dei piccoli e medi distributori da parte di poche multinazionali. In futuro le politiche di vendita saranno gestite così da gruppi molto potenti in grado di influire pesantemente sull’offerta enologica del nostro Paese. Questa edizione del Vinitaly sarà un primo banco di prova per capire se le tante piccole aziende di buyers sapranno reggere l’attacco di queste superpotenze, che per loro vocazione si rivolgono con più facilità alla grande distribuzione piuttosto che alle enoteche, dunque a vini di fascia medio-bassa o bassa. Un fatto, questo, che potrebbe penalizzare le cantine che producono poche bottiglie e formano la spina dorsale dell’eccellenza italiana ed europea, offrendo una varietà impressionante di vini dalle diverse caratteristiche organolettiche.
Slow Food da sempre è vicina a questi produttori e l’organizzazione di Vignerons d’Europe, a Montpellier il 14 e il 15aprile prossimi, è la testimonianza di un grande sforzo della nostra associazione in questo senso. Ci troveremo nella cittadina della Languedoc per discutere insieme a 1000 viticoltori del futuro della loro professione e delle politiche comunitarie, che spesso rischiano di fare il gioco dei gruppi industriali, penalizzando la piccola proprietà contadina.

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