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La Stampa

Più Italia nei bicchieri del mondo ... Esportazioni di vino record, i bianchi battono in volata i rossi Doc. L’analisi di assoenologi alla vigilia di vinitaly 2007... “Una riforma serve a ridare competitività e ristabilire gli equilibri. La nostra vitivinicoltura deve imparare a camminare sulle sue gambe, senza stampelle. Non si può spendere mezzo miliardo di euro per distillare vino che nessuno vuole bere, e poi destinarne 1,4 miliardi per la promozione”. Decisa e tagliente la commissaria europea all’agricoltura, Marianne Fischer Boel, con il suo avvertimento che arriva a meno di una settimana dall’inaugurazione dell’edizione 2007 di Vinitaly (si aprirà a Verona giovedi prossimo).
A giudicare, però, dai dati elaborati da Assoenologi proprio in vista dell’appuntamento veronese le nostre cantine non dovrebbero avere motivi di preoccupazione: “Il vino italiano piace e, sia pure tra alti e bassi, in tutto il mondo le vendite delle nostre bottiglie continuano a crescere”, dice il direttore generale dell’associazione, Giuseppe Martelli. Nel 2006 le nostre esportazioni hanno fatto registrare una crescita complessiva del 6,5% in valore pari a 3,1 miliardi di euro, record mai raggiunto prima, e in quantità: quasi 16,5 milioni di ettolitri di vino pari al 35% della produzione italiana.
Ed in effetti, nonostante la stanchezza di Germania e Inghilterra, nell’export il segno positivo domina incontrastato. La Danimarca aumenta del 7% in valore consolidando i volumi. I Paesi Bassi danno +6% in quantità e +9,5% in valore. Il Belgio fa registrare una crescita del 15% in valore e del 27% in quantità. Nei Paesi di recente adesione all’Ue la Repubblica Ceca fa segnare +22% in valore e +26% in volume. L’Ungheria addirittura +250% in volume e +85% in valore. La Polonia: +30% tanto in valore che in volume. Nella Federazione Russa, invece, l’aumento è stato del 100% in volume, ma solo del 18,5% in valore (il che dimostra un’impennata del vino sfuso, buona comunque per smaltire le nostre giacenze). Anche Oltreoceano i dati sono altamente positivi: negli Usa, dove il vino italiano ha superato quello francese, l’incremento è stato del 2,5% in valore e del 5,5% in volume. In Canada l’aumento è stato del 15% in volume e del 30% in valore.
Crescita costante pure in Messico: +18% in valore e +25% in volume. “Il 90% delle nostre esportazioni è indirizzato su 11 mercati - dice Martelli - ma ce ne sono altri 100 che possono dare grandi soddisfazioni”. Tra questi la Corea del Sud, balzata avanti del 15% in valore e del 14% in quantità, la Cina, con +130% in volume e +120% in valore. Anche il Giappone, dopo 5 anni di flessione, torna a sorridere al vino italiano con un impennata del 6,7% in volume ed in valore. “Ma forse pochi sanno che il vino italiano sta conquistando anche i mercati arabi - conclude il direttore di Assoenologi - gli Emirati Uniti sono diventati infatti il primo mercato per le nostre bottiglie nell’area medio orientale con vendite che hanno raggiunto 2,8 milioni di euro con un balzo del 32% rispetto al 2005 ed una crescita quantitativa del 13,3%”. Ma attenzione il cambiamento è in corso: le migliori performance sono state appannaggio dei vini bianchi, i vini Doc sono cresciuti poco (la stragrande parte delle denominazioni non sono conosciute all’ estero e non hanno massa critica), i vini ad Indicazione Geografica Tipica hanno fatto registrare dei sensibili incrementi ed ha ripreso quota il vino sfuso che per anni è stato al palo.

La top five dell’export che cresce
I primi cinque mercati per aumento in quantità
Romania +1.000%
Indonesia +540%
Moldavia +372%
Ungheria +253%
Bulgaria +208%

I primi cinque mercati per aumento in valore
Indonesia +345%
Romania +224%
Bulgaria +132%
Cina +121%
Lettonia + 116%

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