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La Stampa

Mille vigneron a Montpellier studiano la loro “controriforma”

La prima considerazione sul Vinitaly 2007 appena concluso è che i buyer nazionali e stranieri sono tornati ad affollare gli stand della kermesse veronese. Alcuni mercati hanno ripreso slancio, così nel labirinto dei padiglioni della fiera si incrociavano facce sorridenti e soddisfatte. Nonostante questa salutare pioggia di ordini, i piccoli e medi produttori durante l’anno si trasformano in veri e propri globetrotter del vino per visitare i loro clienti più importanti sparsi nel mondo. Fuori dalla fiera si sono succeduti i cosiddetti “Contro Vinitaly”, che in cinque anni sono diventati addirittura quattro. In questa situazione, gli appassionati dei vini naturali, biodinamici e biologici hanno dovuto fare i salti mortali per poter seguire i diversi appuntamenti. Un eccessivo frazionamento che ha fatto storcere il naso a più di un visitatore e agli stessi vigneron che hanno preso parte a Vini Veri, VinNature, Renaissance des AocTriple “A”, piuttosto che a Critical Wine.

Chiacchierando con i viticoltori, si percepiva un forte desiderio di unità e la ricerca di un comune denominatore che li potesse riunire sotto lo stesso ombrello. I più hanno notato con una certa preoccupazione che gli industriali e i commercianti sembrano più compatti che mai e pronti a far valere i loro interessi. Basta leggere la bozza dì riforma Ocm proposta dalla Commissione europea per scorgere tra le righe quanto la lobby delle grandi imprese sia riuscita a imporre il proprio punto di vista.

Il riassetto delle denominazioni è uno dei punti più delicati: basti pensare che per i vini da tavola si prospetta l’apertura a indicazioni oggi vietate in etichetta, come l’annata e il vitigno. Ma il vero spauracchio è che al vino sia destinato il medesimo trattamento dell’olio extravergine: la possibilità di produrre con mosti importati da paesi dell’Unione Europea - Romania e Bulgaria - inserire il nome della varietà - nebbiolo, sangiovese, chardonnay…- e imbottigliare il prodotto con la dicitura in etichetta “made in Italy”. Per trovare finalmente un punto d’accordo collettivo, e per opporsi a una deriva legislativa dalle prospettive inquietanti, mille vigneron confluiranno a Montpellier il 14 e 15 aprile prossimi con il chiaro obiettivo di far sentire la loro voce ai politici europei del Vecchio Continente.


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