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La Stampa

Nelle vacanze di Pasqua il turismo verde fa il pieno con un conto da 70 milioni ... In crescita le prenotazioni last minute. Barbera in testa alle scelte dei vini italiani di primavera... “Pasqua da record per l’agriturismo italiano. Secondo le associazioni di settore sugli oltre 18 milioni di turisti (di cui 4 milioni e mezzo di stranieri), che si sono messi in viaggio da venerdì scorso a domani sera, almeno 700 mila persone stanno trascorrendo giorni di relax in un’azienda agrituristica del nostro Paese, spendendo complessivamente circa 70 milioni di euro. Il portale internet www.agriturist.it registra, nei primi giorni di aprile, un incremento di visite, rispetto all’ultima settimana di marzo, superiore al 40% e si sta sviluppando anche qui il fenomeno delle vacanze “last minute”.
Tre pernottamenti con prima colazione costano in media 90-130 euro, mentre per il trattamento di mezza pensione, con i pranzi di Pasqua e di Pasquetta, si spendono dai 150 ai 200 euro. Non mancano proposte particolarmente raffinate (in castelli e antiche ville), sempre a condizioni molto convenienti. Le aziende vicine alle Città d’Arte, anche grazie all’offerta dl biglietti per la visita di monumenti, musei e siti archeologici, sono da tempo esaurite.
L’attenzione degli agrituristi si sposta dunque su località tipicamente rurali, sulla “cultura minore”, dove gli agriturismi propongono soprattutto relax e buona tavola, non trascurando l’invito a visitare castelli, palazzi storici e musei meno noti e tuttavia di grande interesse, oppure a partecipare alle feste tradizionali del periodo pasquale. Anche la visita a luoghi di interesse naturalistico costituisce un richiamo importante.
In occasione di Pasqua e Pasquetta il magazine on line Wine News ha fatto una sua indagine sui vini preferiti per la tavola e le scampagnate di queste festività: a vincere sono i cosiddetti vini “casual”, meno impegnativi e divertenti anche perché spingono l’enoappassionato in una ricerca più approfondita nel territorio. In testa alle richieste c’è il Barbera, le cui prospettive su tutti i mercati sono ottime, ma anche vini più di nicchia, come l’altettanto Piemonte Pelaverga di Verduno, o la Schiava e il Lagrein del Trentino-Alto Adige. E ancora in Piemonte, il Ruché, i vari Dolcetti, il Roero e Favorita.

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