02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

Il vin ch’a mussa … Ho riletto il libro di Mario Soldati Vino al vino, ristampa recente dei suoi tre viaggi in Italia alla ricerca dei vini genuini. Un libro di “straparole”, come disse Zavattini. Ma cibo e vino trascinano di solito lo scrittore al registro stilistico alto, inventivo, fantastico.
Il che si è evidenziato negli ultimi tempi negli attributi che indicano gusto e retrogusto, limpidezza e colore dei vini.
Prima che ne scrivessero Soldati o Veronelli il repertorio era molto ridotto. In Piemonte un vino lo si diceva o abucant, o gros, o vin ch’a mussa e poco più. Poi la sapienza linguistica del colto ha ampliato la tastiera. Cito Soldati dal racconto Un sorso di Gattinara: “Ha un colore limpidissimo: rosso marroncino che tira al giallo: ma quando ce ne resta soltanto una goccia in fondo al bicchiere; e lo guardi contro il bianco della tovaglia, ha il colore rosa scuro, rosa oro, rosa antico; la luminosità, a notte; dei portici di Gattinara”; e in Vino al vino, sul trebbiano d’Abruzzo: “Giallo paglierino con riflessi verdolini. Limpidissimo, molto asciutto, liscio, profumato, amarognolo: retrogusto, come di noccioli di pesca”.
I sommelier oggi sfoggiano una fiorita tastiera di possibilità descrittive: il Barbaresco che sa “di viola e liquirizia, ma anche di susina matura, di leggera tostatura e speziatura, e cuoio animale”, un vino del Roero con “quel colore di mattone di fornace”, e i vini dal “sapore di pesca”, con un “amalgama di frutta rossa, matura, impastata di sabbia di conchiglie”, vini dal gusto “ampio, complesso, aristocratico”, che chiudono “in tannino dolce e carezzevole” (sto citando le parole di Daniel il sommelier del romanzo di Orengo, Di viole e liquirizia).
Soldati tirava giustamente in ballo l’esposizione al sole e alle brezze. Ancora il Gattinara “attinge la sua forza segreta al vento che passa sui ghiacciai del Rosa pochi minuti prima di soffiare tra le vigne”. L’esposizione, l’orientamento geografico conta moltissimo: sul Tanaro, dice Soldati, “le colline della sinistra, ossia il Monferrato, prendono soprattutto il sole del mattino. E il sole del mattino significa luce. Le colline della destra, ossia le Langhe, prendono soprattutto il sole del pomeriggio. E il sole del pomeriggio significa calore... Il sole del mattino, la luce, produce generalmente vini più vivaci, da bere più giovani”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su