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La Stampa

“Per combattere i rincari le dimensioni contano” ... Paolo Bruni presidente di Fedagri... Si aggrava l’allarme per gli aumenti di prezzo delle materie prime alimentari mentre l’industria di trasformazione e la produzione agricola si spaccano sull’andamento dei listini, quelli dei cereali in testa a tutti, colpevoli di rincari al consumo, secondo l’industria, innocenti, secondo gli agricoltori che, anzi, lamentano una sempre minore remuneratività. “C’è stata un’inversione di rotta dopo anni di prezzi bassi - spiega Paolo Bruni, presidente di Fedagri -. Dieci anni fa le quotazioni erano le stesse, se non più alte delle attuali e i prezzi al consumo erano anche più bassi. Un aumento alla produzione di 3 euro per quintale, come accade oggi per il grano da farina, non ha incidenza su quello che paga il consumatore finale”.
Quindi, secondo lei, dove nasce l’aumento al consumo?
“La variazione della catena del valore mostra bene come l’asse si sia spostato sul commercio. Per ogni euro speso dal consumatore, nel 1991, il 30% era destinato all’agricoltura, il 28% all’industria alimentare e il 42% al commercio e alla logistica. Nel 2004 la parte dell’agricoltura è crollata al 19%, quella dell’industria è leggermente aumentata al 30% e al commercio va il 51%”. Come può fare l’agricoltura a recuperare terreno?
“Ci sono parecchi problemi da risolvere: ad esempio quello di rimettere in produzione i terreni posti a riposo con la Pac, ma soprattutto quello delle sempre minori risorse europee. A Bruxelles circolano già indiscrezioni che ipotizzano un forte taglio dei fondi per l’agricoltura, a partire dal 2014. Mi pare sia prioritario che la discussione politica in questo contesto non si riduca ad un mero assalto a quel che rimane nella cassaforte europea, ma sia preceduta da un approfondito dibattito sul ruolo dell’agricoltura e sul suo contributo alla società”.
Lei presiede un vero colosso della cooperazione, ma fino a che punto rappresentate gli agricoltori?
“La cooperazione vuole essere la cerniera tra due mondi con interessi diversi. Per il futuro, l’unica strada è che le produzioni agricole e agroalimentari italiane trovino una maggiore collocazione sui mercati internazionali. Chi può arrivare a questi mercati? La cooperazione ha dimensioni e organizzazione tali da poterlo fare con una presenza importante, in grado di dialogare con istituzioni e importatori, buyer e distribuzione. Questo risultato è raggiungibile solo attraverso l’aggregazione. Non è un caso, infatti, che nel settore di maggiore successo italiano, quello del vino, le cooperative rappresentino oltre il 50% della produzione”...

La mission ... Colosso specializzato dal campo alla tavola...
Fedagri (Federazione nazionale delle cooperative agricole ed agroalimentari) rientra nell’orbita di Confcooperative ed è la maggiore organizzazione della cooperazione italiana nel settore. Opera con particolare riguardo alla valorizzazione dei prodotti attraverso la gestione diretta dell’intera filiera: dalla produzione, alla lavorazione, trasformazione e commercializzazione sui mercati nazionali ed esteri. Fedragri è nata nel 1992 dalla unificazione di Federlatte, Federcantine, Federortofrutta e Federagricole nell’intento di rappresentare con più efficacia e forza gli interessi dei soci produttori.

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