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La Stampa

La vendemmia stregata dalla luce ... Dai Frescobaldi parata di vip per il vino nuovo... Quando la Luna si allinea con Nettuno, l’effetto Luce può farvi sentire voci perfettamente intonate e canti di terre lontane, assaporare cibi prelibati e vedere sfolgoranti fasci di luce che si stagliano nel cielo... Slurp, gnam! Già dall’invito (dorati cartoncini escono da un sole intagliato) la festa a Villa I Collazzi chez Frescobaldi, storica e nobile famiglia fiorentina dal 1300 viticoltori in Toscana, s’annuncia sontuosa e magica per 300 “wine lovers” (amanti del vino, è modo di dire ormai troppo “casareccio ”!) attesi - tra gli altri Tony Blair e consorte - la sera del 20 ottobre a “Effetto Luce”. Non sarà un ballo “hard” come quello che - era il Seicento - a villa di Montecastello finì con i gaudenti ospiti che danzavano nudi e, tale fu lo scandalo, che Clemente XI scomunicò l’avo Bartolomeo (per penitenza dovette costruire 40 chiese in val di Pesa) ma certo una serata di gran allegria. Dopo l’ottima vendemmia (i vigneti hanno beneficiato del più mite clima dal 1950) i Frescobaldi battezzano, infatti, il nuovo vino della tenuta “Luce della Vite”, a Montalcino (comprata 10 anni fa in joint venture con il californiano Robert Mondavi) dove si producono “Luce” e “Lucente”, prestigiosi vini categoria “Supertuscan”. Un nome e un anno. “Per tradizione se nasce un maschio si mettono da parte 500 bottiglie, per una femmina 100”, sorride Ferdinando, 67 anni, quartogenito dei 5 fratelli Frescobaldi (Dino, celebre inviato speciale, Vittorio, Maria, Leonardo). E’ la cantina più segreta - “la nostra library!”, chiosa sua moglie Rosaria - del castello di Nipozzano, terra del “Nipozzano Chianti Rufina” e dei cru “Montesodi ” e “Mormoreto”. 1864, 1911. Vecchie bottiglie, ultima traccia di Frescobaldi ormai scomparsi; 500 del 2000 sono riservate al più piccolo della stirpe: Lorenzo, figlio di Piero, nipote di Ferdinando. Solo enormi vasche per la vinificazione sono d’acciaio inossidabile. “Siamo una famiglia semplice, quasi frugale. Non possediamo yacht”, si legge su una rivista inglese in sala; alle pareti foto della marchesa Bona, moglie di Vittorio, con illustri ospiti (da Carlo d’Inghilterra alla regina d’Olanda) e lettere di complimenti: “Delicious ”, scrive Camilla Parker Bowles e Clinton ringrazia dalla Casa Bianca. Alta società, saggezza contadina. “E’ successo il 20 settembre. Si è deciso che era il momento giusto per far largo ai nostri figli”, narra Ferdinando, neopresidente dell’holding dei Frescobaldi (ad è un manager, Giovanni Geddes, l’enologo è Nicolò D’Afflitto). Buon vino e schiacciata con uva; alla vigna di Montesodi la tradizionale bicchierata di fine vendemmia con gli operai diventa, in questi tempi di marketing e Wine bar, anche un brindisi per la 30° generazione di Frescobaldi. “La nostra è una sfida doppia: far crescere sempre di più l’azienda e mantenere unita una storica famiglia ”, spiega Lamberto Frescobaldi, 44 anni, neovicepresidente e responsabile generazione con Piero, Tiziana, Diana e il figlio di Maria Benini Frescobaldi, Stefano. Alle annate più giovani la responsabilità di gestire al meglio 9 tenute (ultima acquisizione: l’Ornellaia, a Bolgheri), 1.100 ettari, 600 dipendenti, 67 milioni di euro di fatturato, export in 60 Paesi (il loro “CastelGiocondo Brunello di Montalcino, 1994” è, per “Wine Spectator”, Bibbia del settore, il 27° vino migliore al mondo). Figlio del presidente onorario, Vittorio, laurea in scienze e management in California, Lamberto si è però guadagnato rispetto in vigna curando fin dall’inizio “Luce”. Il nuovo vino “Deve essere una sorpresa”, risponde. Poi, tesse le lodi della squadra -“è un team che gioca insieme tutto l’anno ” - di collaboratori che qui a Nipozzano, coordinati da Daniele Settesoldi, 39 anni, laureato, come nelle altre tenute è fatta sempre più da giovani competenti e appassionati pur se legati alle tradizioni. Un bouquet da made in Italy di gran classe. Del resto, il motto di Lamberto de’ Frescobaldi è: “Altro che fare la minestrina e poi mangiarsela! Bisogna mettersi sempre in discussione e saper guardare avanti”.

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