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La Stampa

Nella sfida al caro-spesa valorizzare il territorio ... Autunno di rincari, autunno segnato da1 leit-motiv sull’impennata dei prezzi di pane e pasta. Possibile che il settore agricolo sia diventato tutto d’un colpo il cattivo di turno? E il vino? Che ruolo gioca in questa girandola impazzita che vede schizzare alle stelle le quotazioni delle materie prime? Il discorso è complesso, perché negli ultimi anni è cresciuto il divario tra i terroir nobili e quelli considerati di seconda e terza fascia. Con la vendemmia 2007, un chilo di uva di nebbiolo da Barolo ha spuntato la stessa cifra di 10 chili di dolcetto: una situazione insostenibile dal punto di vista economico e che non ha molte ragioni d’essere in quanto le fatiche del contadino in vigna sono praticamente identiche. Al consumatore e al mercato manca probabilmente un mezzo che possa far conoscere le qualità e le caratteristiche dei territori e dei vitigni autoctoni meno celebrati, aiutandoli ad orientarsi in un’offerta sempre più complessa. Esistono cantine che realizzano, per esempio, Grignolini ricchissimi di personalità e con un’encomiabile aderenza al terroir, ma lo stesso vale per il Tocai, il Soave, il Verdicchio e molte altre tipologie. Uno degli obiettivi che il movimento Slow Food si è dato è stato di valorizzare vini che rispondessero a rigorosi criteri di qualità e con un prezzo conveniente. Quella che in principio pareva una sfida improba è stata ampiamente vinta. Sabato 27 Ottobre a Torino è stata presentata la settima edizione della Guida al Vino Quotidiano, nella quale hanno trovato spazio 5000 etichette dal costo inferiore agli otto euro in cantina. Un mare di prodotti che unisce da nord a sud lo stivale e ha il chiaro obiettivo di far conoscere al grande pubblico i piccoli produttori che, normalmente, faticano ad accedere al mercato enologico. Emerge un affresco affascinante dell’enologia italiana, privo perlopiù delle grandi denominazioni, escluse per ragioni di prezzo, ma d’altro canto ricco di biodiversità tra varietà quasi dimenticate e terroir poco blasonati, la guida invita gli appassionati a scoprire quanto di più autentico il vigneto italiano sa offrire, decretando il vino quotidiano come possibile nuovo fenomeno culturale e sociale dell’enologia futura.

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