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La Stampa

Brunello e Barolo, investire conviene ... Dalla cantina all’enoteca per i grandi rossi è boom... Anche se il vino è piacere e passione, le etichette più pregiate possono trasformarsi persino in un’importante occasione di investimento. E le regole del gioco non sono poi cosi difficili. Perché l’immobilizzo di capitale in bottiglie possa generare profitti, è necessario che le bottiglie in questione mettano insieme semplici ma imprescindibili requisiti: altissima qualità, capacità di durare nel tempo, notorietà, richiesta di mercato, largo consenso da parte della critica enologica italiana e internazionale, rarità. Qui di seguito, alcune indicazioni su cosa mettere in cantina, facendo particolare attenzione alla capacità di rivalutarsi nel tempo di alcune fra le migliori bottiglie del panorama enologico italiano. Le percentuali di rivalutazione lasciano pochi dubbi, anche se analisi di questo tipo sono da prendersi con le classiche molle. Molte sono, evidentemente, le variabili da tenere d’occhio. Tuttavia, alcune indicazioni di massima possono valere sostanzialmente sempre: scegliere fra i grandi rossi italiani, longevi e ormai riconosciuti e riconoscibili anche dall’occhio meno esperto; scegliere tra le etichette storiche e che storicamente abbiano avuto una costante attenzione da parte della critica italiana e internazionale; scegliere tra i vini che abitualmente sono protagonisti nelle aste in Italia e all’estero (Christie’s, Sotheby’s, Finarte, Pandolfini); scegliere bottiglie destinate a diventare rare (prima di tutto perché prodotte in numero abbastanza esiguo); pesare bene il valore dell’annata.

Alcuni esempi di grandi vini e della loro rivalutazione nel tempo. Biondi Santi, Brunello di Montalcino Riserva 1990 è passato dalle 215.000 lire d’uscita agli attuali 450,00 euro con un incremento del 405%; Case Basse, Brunello di Montalcino Riserva 1990 dalle 100.000 lire ai 285,00 euro - Incremento: 558%; Marchesi Antinori, Solaia Antinori 1997 - lire 150.000 - 250,00 euro - Incremento: 324%; Tenuta San Guido, Sassicaia 1990 - 80.000 lire - 235,00 euro - Incremento: 573%; Tenuta dell’ Ornellaia, Masseto 1997 - 200.000 lire - 450,00 euro - Incremento: 436%; Gaja, Sorì Tildin 1989 - 100.000 lire - 260,00 euro - Incremento: 500%; Giacomo Conterno, Barolo Monfortino Riserva 1990 – 130.000 lire- 410,00 euro - Incremento: 611%; Caprai, Sagrantino di Montefalco “25 Anni” 1993 - 50.000 Lire - 180,00 euro Incremento: 720%.

Un caso di grande interesse è quello della Tenuta Greppo della famiglia Biondi Santi, storica griffe che ha creato il Brunello di Montalcino (oggi diretta da Franco e Jacopo Biondi Santi), è la cantina a più alto indice di rendimento in Italia: la Riserva 1955 - unico vino del nostro Paese inserito tra i dodici migliori del Novecento nella classifica di Wine Spectator, la “bibbia” enologica degli Usa - si è rivalutata del 141.923% sul valore iniziale e la Riserva 1945 si è incrementata dell’85.112%. Addirittura cifre da capogiro per i “gioielli” storici della maison che ha fatto grande il Brunello di Montalcino, annate ormai introvabili e ricercatissime dai collezionisti nelle aste di tutto il mondo: nel 1988, la Riserva 1888 è stata venduta per 20.658 euro, e nel 2001 la Riserva 1891 è stata aggiudicata, dopo vari rilanci, per 15.235 euro.

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