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La Stampa

Migliorini, una vita per il Barolo ... I colleghi vignaioli: “Ha aiutato
le Langhe a uscire dal provincialismo”... Non era ‘langhetto’, ma aveva scelto le Langhe per amore. E così facendo, era diventato uno dei barolisti più autorevoli e amati. Valentino Migliorini, morto ieri mattina per un arresto cardiaco nella sua cantina Podere Rocche dei Manzoni di Monforte d’Alba, aveva 67 anni. Piacentino d’origine, aveva iniziato a fare vino negli anni Sessanta nel Monferrato, quando il suo nome era ancora legato al ristorante stella Michelin che aveva aperto a Caorso.
L’incontro con Monforte avvenne nel 1974. Con la moglie Jolanda comprò le prime vigne e una cascina del Settecento dal farmacista del paese. Poi ne aggiunse altre, dando inizio a un’avventura che ha portato alla creazione di una delle più stimate realtà vitivinicole di Langa, “alla ricerca del matrimonio perfetto tra tradizione e innovazione”.
A una rivista di Slow Food aveva confessato: “Mi piace pensare di aver intuito le potenzialità anche di altri vitigni in questa terra”. E si riferiva, ad esempio, al Bricco Manzoni nato nel 1976, il primo assemblaggio di Nebbiolo e Barbera creato in Langa. O alla passione per le bollicine così rara nella zona del Barolo. “Non è un caso se, tra i produttori di Monforte, era forse l’unico ad aver scelto di dedicare così tanto impegno ai Brut. Produrre bollicine con i grandi classici era nel suo spirito, esprimeva perfettamente il suo carattere”, dice Gigi Garanzini, giornalista e vignaiolo per gioco che ha seguito un po’ la stessa strada, eleggendo anche lui Monforte a “buen retiro”.
Ma sono le parole dei barolisti a esprimere meglio di tutti l’importanza del solco tracciato da Migliorini. “Era un grande personaggio, per noi piccoli produttori Valentino è stato un vero punto di riferimento”, dicono Elio Grasso e Domenico Clerico, grandi vignaioli monfortini. “Con la sua gentilezza e disponibilità, ci ha aiutati a uscire dal provincialismo, a lavorare nel mondo del vino in modo moderno. Lui, che contadino non era, ci ha insegnato a non vergognarci di essere figli di contadini. Aveva un grande rispetto per queste colline”.
E se un “big” come Bruno Ceretto dice che Migliorini “ha intuito le potenzialità delle terre di Langa e le ha utilizzate con lungimiranza”, è il barolista più autorevole di Monforte, Aldo Conterno, a ricordare l’amico che si rivolse proprio a lui quando giunse in paese nei primi anni Settanta. “Valentino è riuscito a diventare un genuino uomo di Langa grazie al lavoro e alla passione”.

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