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La Stampa

Dal compromesso sul vino nasce l’Ue a due velocità ... Sì allo zucchero nel Nord Europa. vietato in quella del Sud. Persa la battaglia per proibire del tutto l’aggiunta di saccarosio, Italia compensata con sussidi… La decisione è pilatesca e l’Italia è costretta a far buon viso a cattivo gioco. Nella nuova Europa dell’uva, i produttori del Centro Nord potranno arricchire il tasso alcolico del vino aggiungendo saccarosio, mentre quelli del Sud riceveranno un più sostanzioso assegno che compensa i maggiori esborsi per il mosto al quale ricorrono tradizionalmente per correggere il contenuto delle loro bottiglie. Il compromésso di Bruxelles chiude così la disputa sui dolcificanti, fotografando un’Unione a due velocità anche nelle botti, con una parte del continente ammessa allo zucchero e un’altra, la nostra, dove sarà vietato. Decidere, però, era necessario per permettere al settore di cambiare almeno un po’ di pelle già dalla prossima vendemmia.
Ci sono voluti tre giorni di negoziati fra i ministri europei dell’Agricoltura. Paolo De Castro si è battuto contro lo zuccheraggio, poi ha spostato la linea del Piave invocando l’obbligo di etichettatura per i vini “with sugar” e, infine, ha difeso l’incremento dello dotazioni a vantaggio del produttori nazionali. L’Italia incassa un contributo al settore di 376,4 milioni l’anno rispetto a un bilancio Ue da 1,3 miliardi. Si tratta di 61 milioni in più rispetto a quanto previsto (il mosto si paga tre volte il saccarosio), somma che scenderà a 50 milioni dopo tre anni. Questi aiuti corrispondono, nonostante l’allargamento dell’Ue, al gettito medio di cui il vino bianco- rosso-verde ha beneficiato negli anni scorsi, ma ora cadono i vincoli del passato.
“Abbiamo ottenuto un equilibrio - ha spiegato De Castro - anche se rimane il mal di pancia espresso sin dall’inizio. E’evidente che si ora partiti con una proposta coraggiosa, però abbiamo giudicato le compensazioni sufficienti per raggiungere un bilanciamento generale, tra il mantenimento dello zuccheraggio (in misura minore del passato) e il sostegno al mosti di vino, di cui siamo il primo produttore”. In merito alla reintroduzione dell’uso del saccarosio, il Consiglio ha stabilito che non si potrà aumentare il titolo alcolometrico più di 3 gradi nella zona A (il grande Nord), di 2 gradi nel Centro e Ovest (Francia e Germania), di 1,5 gradi nella zona C (Italia, Spagna, Grecia e isole). Fra le altre cose, il testo finale consente di sfuggire a una politica di estirpazione selvaggia: dai 400.000 ettari iniziali proposti si è scesi a un programma di estirpazione volontario su tre anni per un massimo di 175.000 ettari, ma con soglie per Paese che non potranno superare l’8% delle superfici a vigneto. Il regime attuale dei diritti di espianto è stato prorogato sino al 2015, e potrà essere allungato al 2018 in ambito nazionale/regionale. L’etichetta “no sugar” o “with sugar” potrà essere adottata da chi lo vuole.
La commissaria Ue all’agricoltura, Mariann Fischer Boel, è gelida: “Non è l’accordo che desideravo, ma farà avanzare il settore”. La Cia è convinta che “le alleanze hanno determinato un “arretramento rispetto alla proposta iniziale di Bruxelles”.
Perplessa la Confagri e critica la Coldiretti. Giuseppe Castiglione, eurodeputato e relatore della riforma, parla di “buon compromesso”, anche se rimane “qualche perplessità sul fatto che sarà possibile indicare annata e vitigno in etichetta anche per i vini privi di indicazione geografica”. Bicchiere mezzo pieno, insomma, e pure dolce. Il che, per l’Italia, non è certo una buona notizia.

I numeri
50 milioni di ettolitri di vino prodotti ogni anno in Italia
2° posto nel mondo per l’Italia nella produzione vitivinicola (al primo si colloca la Francia)
30% della produzione Ue è la quota che fa capo alle vigne italiane
18% la quota italiana sul totale mondiale
61 milioni di euro è l’incremento dei sussidi alle vigne italiane in base all’intesa di ieri
3 gradi addizionali a consentiti nel Nord Europa con lo zucchero

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