02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

“Ora l’Italia
deve puntare
sulle varietà
dei bianchi” ... “Quante interessanti uve bianche ha la Francia? Forse sei. Quante ne può mettere assieme l’Italia? Forse due volte tanto. Importare incessantemente Sauvignon Blanc dall’emisfero Sud del mondo sembra davvero una cosa senza senso”. Hugh Johnson, guru internazionale dell’enologia, si dice convinto che se “l’Italia nello sviluppo delle varietà di bianco del Centro e del Sud concentrasse tanto sforzo quanto per i vini rossi il mondo ci guadagnerebbe qualcosa di cui ha bisogno”. Johnson, infatti, è convinto che i bianchi saranno sempre più importanti in un futuro caratterizzato da temperature in aumento e da un modo di bere casual sempre più diffuso.
Johnson è stato il protagonista del convegno “Il vino nel mercato globale” promosso da Confagricoltura nel corso dell’edizione numero 42 di Vinitaly. La suggestione di Johnson parte dal ragionamento che “il cambiamento continuo è inquietante, ma quello evolutivo può funzionare in maniera mirabile e sorprendentemente rapida”. Aggiunge: “La migliore novità dall’Italia è lo studio delle uve locali che ha consentito di scoprire qualità che noi non immaginavamo esse avessero. Nero d’Avola, Fiano, Falanghina, Negroamaro, Vermentino, Catarratto, etc. La lista emoziona positivamente”.
Resta da capire quali conseguenza avranno sui produttori italiani le vicende del Brunello e delle sofisticazioni. Johnson non entra nel merito delle vicende ma conclude le sue riflessioni generali con un richiamo alla cautela: “Gli italiani sono coo1, entusiasti e creativi che moltiplicano senza fine le loro ispirazioni. Ho ricevuto una scatola di 12 diversi vini con etichette del tutto diverse da una cantina entusiasta”. Il problema è che “non ci si può aspettare che il mondo accetti, o anche che sia semplicemente annoiato da ciò che sembra una fonte inesauribile ed indistinguibile di novità”. Già perché “se il vecchio sistema delle denominazioni francesi e delle Doc italiane era troppo limitante, una nuova situazione in cui qualsiasi cosa va bene è assolutamente confusionaria”.
Che fare, allora? “Un’eventuale intesa regionale su quali uve e quali metodi di produzione possono tirar fuori il meglio seguendo le tradizioni locali. In qualunque forma essa prenda forma, deve esserci comunque una storia coerente, perché, alla fine, sono le storie che i consumatori acquistano”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su