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La Stampa

Maschio, di mezza età, colto, ma anche un po’ tirchio. Ecco l’identikit dell’enonauta italiano, ossia degli appassionati al mondo del vino e di internet che hanno risposto al sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti specializzati più cliccati d’Italia. I risultati del questionario (condotto su oltre duemila persone) saranno discussi questa mattina ad Alba durante il convegno inaugurale di “Vinum”, la rassegna che fino a domenica spalanca le porte ai turisti sulle tracce del Barolo e dei suoi fratelli.

Proprio il Barolo è la preda più ambita, il vino che primo tra tutti viene ricondotto al suo territorio d’origine, seguito da Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Taurasi, Franciacorta e Sagrantino di Montefalco. Ma in tempi di vacche magre, le ristrettezze economiche si fanno sentire anche nel mare magnum del vino italiano. Ecco allora che il 34 per cento degli enoappassionati in procinto di partire per un classico weekend nei grandi terroir dichiara una disponibilità di spesa da 200 a 250 euro, tutto compreso. Il 29 per cento ancora meno, da 150 a 200 euro, che è un po’ come dire di volere la botte piena e la moglie ubriaca, giusto per restare in tema. Solo il 2 per cento del campione può contare su oltre 500 euro.

“Un orientamento alla spesa tendenzialmente oculato, dove sembra però evidente la presa d’atto del complessivo e generalizzato aumento medio dei prezzi”, commentano gli esperti di Winenews. Ma al di là della portata dei rincari, il 42% dichiara di aver aumentato negli ultimi tre anni la propria spesa in vino e a favore di viaggi enoici. Le mete più ambite? Toscana e Piemonte seguite da Alto Adige, Trentino, Umbria e Friuli se i riferimenti sono le Regioni. Langhe, Chianti, Montalcino e l’outsider Borgogna se si prendono in considerazione i veri e propri distretti del vino. L’ottimo posizionamento della regione subalpina è confermato da un dato: dal 2004 al 2006 in Piemonte il turismo enogastronomico è cresciuto del 20,9% e oggi è in grado di sviluppare oltre 65 milioni di euro di fatturato all’anno. Non per nulla a metà maggio la nona edizione della Borsa internazionale del turismo enogastronomico approderà per la prima volta proprio nelle Langhe. Ma completiamo l’identikit dell’enoturista medio: in assoluta maggioranza maschio (80% degli intervistati), ha un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma superiore o la laurea) e gode di un buono o ottimo livello socioeconomico. Nel 54% dei casi dichiara un’età compresa tra i 35 e i 55 anni. Se 14% degli enoturisti supera i 55, solo il 7% del campione rappresenta la giovane generazione tra i 18 e i 24 anni. La regione di provenienza principale è la Lombardia, seguita da Toscana ed Emilia Romagna.

Tutti considerano il vino un elemento centrale del proprio viaggio, ma non l’unico: nella scelta delle destinazioni sono guidati soprattutto dalla ricerca personale e dalla fama dei
produttori, ma non disdegnano il passaparola, la ricerca su internet e una limitata influenza della stampa media specializzati. Per il 77% dei “sondati”, la bellezza del paesaggio influisce direttamente sulla percezione della qualità di un vino: un segnale inequivocabile
di quanto l’ambiente sia ormai entrato nella bottiglia, assumendo quel ruolo evocativo determinante a completare il valore aggiunto che da sempre accompagna un vino e a regalare un’emozione particolare.

Non manca, infine, un dato di segno negativo: secondo l’80% degli intervistati l’offerta del turismo del vino in Italia è caratterizzata da improvvisazione, individualismo ed episodicità. Un po’ migliore è il giudizio sull’accoglienza offerta dalle cantine, ma la strada per soddisfare gli enonauti sembra essere ancora in salita.

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