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La Stampa

Tante bottiglie di Barolo conservate nelle cantine ... Molti lettori e, in particolare, lettrici ci chiedono notizie su bottiglie di Barolo che conservano in cantina (ma come, in quali condizioni e nella posizione giusta?). La nostra esperta sommelier e consulente per i vini italiani che opera a New York, Alessandra Rotondi, ha intervistato per loro il presidente Ernesto Abbona. Alla sua famiglia appartiene attualmente la storica azienda Marchesi di Barolo. Il dottor Ernesto Abbona ci ha dato una profusione di notizie sulla storia di questo mitico vino italiano ormai famoso nel mondo.
La storia moderna del Barolo inizia grazie a Giulia Vittorina Colbert de Maulévrier che, sposando nel 1806 il Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo, diventa la celebre Marchesa Falletti di Barolo, trasferendosi a Torino. A quell’epoca, sulle tavole nobiliari e diplomatiche comparivano solo i grandi vini francesi Bordeaux e Borgogna. Nel tentativo di imitarne la grandezza, nel 1843, il conte Camillo Benso di Cavour, sindaco di Grinzane, affidò all’enologo francese conte Louis Oudart, l’incarico di produrre vini nelle cantine del castello di Grinzane. La Marchesa Falletti di Barolo, amica del conte Cavour, fece lo stesso. Da quel momento il Barolo smise di essere vino dolce per diventare il grande vino secco, il vino dei re, il re de vini: nobile e generoso conosciuto in Italia ed all’estero per la sua austerità, ricchezza di sapori e di aromi, capace di lunghi affinamenti, spesso di decine di anni.
“Il Barolo deve maturare per almeno 3 anni, dei quali almeno 2 in botti di legno di castagno o di rovere, a partire dall’1° gennaio successivo alla raccolta delle uve. Il Barolo maturato per almeno 5 anni in cantina può essere classificato come riserva. La prima concreta diffusione del Barolo nel mondo si deve al commendatore Pietro Emilio Abbona, che nel 1895 acquistò anche i vigneti e le cantine della Marchesa Falletti”.
Continua il presidente Abbona: “Le bottiglie, come alcune in possesso dei lettori, non si vendono: sono da collezione ed è molto difficile dare una valutazione di mercato. Anche perché sempre bisogna verificare lo stato di conservazione della bottiglia, il millesimo, ma soprattutto, il valore affettivo collegato a quella bottiglia, che è molto più importante del valore monetario. Possono essere bottiglie carissime che hanno in sè qualcosa di straordinario ma, se non si bevono, questa straordinarietà si perde. Non è importante che ogni volta il vino dia il massimo perché nemmeno gli esseri umani danno sempre il massimo! Possiamo però dire che l’annata 1955 è considerata buona, avendo dato vini di notevole struttura generosità, profumi intensi di buona persistenza, sapori complessi gradevoli, buon equilibrio e piacevole armonia. La scala di giudizio è: Discreta, Buona, Eccellente, Grande, Eccezionale. Quindi buona è il secondo scalino. Per dare un’idea, ultimamente il 90, 97, 99, 2001 sono state Eccezionali. E il 2000 Grande”.
Sono indicazioni che servono a tutti. Nella prossima puntata (qui manca lo spazio) daremo risposte più precise alle richieste di Livia e Manuela...

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