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La Stampa

Altre ombre sul vino.
Nel mirino Nobile
e Vernaccia Docg ... Ipotesi di tagli con uve non regolari a Montepulciano e San Gimignano... Mentre il Brunello sta risolvendo i suoi problemi con gli Usa le ombre sul vino italiano si allargano, ora nel mirino delle indagini entrano due prestigiose Docg toscane: il Nobile di Montepulciano e la Vernaccia di San Gimignano. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo e i produttori oppongono alle indiscrezioni una decisa resistenza.
Per il Nobile, la cui produzione si aggira intorno agli 8 milioni di bottiglie l’anno, le accuse sarebbero simili a quelle fatte al Brunello di Montalcino, si indaga per accertare se il famoso vino di Montepulciano sia stato tagliato, sin dal 2004, con altre uve provenienti da zone esterne a quelle definite dal disciplinare, forse dal Centro e dal Nord Italia.
Per la Vernaccia il problema è ancora meno definito, perchè il motivo e l’effettivo svolgimento degli accertamenti resta incerto. Stando a fonti di stampa locale nelle scorse settimane i Finanzieri
del comando provinciale di Siena, su incarico della Procura, avrebbero messo sotto sequestro 120 mila ettolitri di vino della cooperativa Cantina Vecchia e sul registro degli indagati sarebbero finiti il titolare dell’azienda Enrico Trabalzini e il presidente del Consorzio de Nobile, Luca Gattavecchi. Quest’ultimo si dice assolutamente tranquillo, chiede chiarezza e la prosecuzione delle indagini, smentendo però che nella Cantina Gattavecchi, azienda vitivinicola storica di Montepulciano, siano stati effettuati sequestri. Anche Trabalzini afferma di essere “sereno e fiducioso nell’operato della Magistratura”.
Comunque, sostiene Gattavecchi: “Dall’indagine in corso, iniziata due settimana fa, con l’arrivo della Guardia di Finanza, che ha controllato anche molte aziende di Montepulciano, al momento, non sembrano emergere irregolarità”. E aggiunge: “Il Consorzio non è nel registro degli indagati ed è prematuro e scorretto associare l’indagine al Nobile in quanto va ancora identificato il vino sui cui verte l’inchiesta, visto che le verifiche verterebbero ad accertare il rispetto del disciplinare di vini a denominazione e a Igt». Le due aziende vitivinicole, infatti, oltre al Nobile di Montepulciano imbottigliano anche altri tipi di vino, tra cui alcune
Igt. “Nessuna eccessiva sorpresa, comunque - afferma ancora il presidente dei viticoltori di Montepluiciano - visto che,i vini toscani sono da mesi sotto la lente d’ingrandimento dei controlli”.
Neppure il Consorzio della
Vernaccia di San Gimignano, come afferma il presidente Giovanni Panizzi, è stato informato di indagini a carico dei produttori. “Non abbiamo avuto notizie nè da parte delle autorità e neppure dai nostri soci - spiega -. Quindi, non possiamo dire se sia in corso un’inchiesta. I nostro soci, infatti,
non sono tenuti a comunicarci eventuali controlli”.
Il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, è preoccupato: “Se si indaga vuol dire che i controlli funzionano - sottolinea - ma se parte un “effetto domino” sul il vino non si sa dove si va a finire e all’estero non ci perdonano nulla”. Intanto dall’Associazione Città del Vino arriva al ministro la richiesta di stoppare il decreto “Bag in box”, che autorizza l’uso di un tipo di cartone più grande e composto da sacchetti multistrato di plastica al posto delle comuni bottiglie di vetro, anche per i vini Doc. “Se il fine è aiutare le Doc che hanno difficoltà a piazzare i loro vini - domanda il presidente delle Città del Vino, Valentino Valentini - perchè non si le si declassano a Igt, per cui il bag in box è ammesso?”.

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