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La Stampa

La “fronda”
dei vigneti
si allarga
in Europa ... I1 2008 è stato un anno di passione per i vignaioli italiani. La nuova organizzazione comune del mercato vitivinicolo (Ocm), approvata dall’Unione europea, ha stravolto le regole del gioco di tutto il settore enologico. Le grosse novità colpiranno soprattutto il sistema di etichettatura dei vini da tavola: questi potranno essere realizzati anche con mosti provenienti dal territorio comunitario e sarà possibile indicare in etichetta sia il vitigno di origine sia l’annata di imbottigliamento. Una strategia che scardina alcuni pilastri dell’enologia del vecchio continente, come la supremazia del terroir sulla scelta della varietà che si pianta in vigna.
I politici europei, invece di insistere sul concetto di appartenenza territoriale e di artigianalità del vino, hanno preferito sfidare gli Australiani e il Nuovo Mondo favorendo apertamente la produzione su grande scala e deludendo le legittime aspettative di un fortissimo tessuto di piccoli viticoltori. Gli obiettivi di questi ultimi erano stati espressi con chiarezza nel documento uscito dai lavori di Vignerons d’Europe. In quelle giornate primaverili dello scorso anno, a Montpellier, 600 vignaioli avevano richiesto una limitazione all’importazione di mosti; ora l’Ocm va in direzione contraria. Una batosta del genere poteva piegare le gambe a chiunque, invece i vignaioli europei hanno capito che la loro debolezza risiede proprio nel non essere organizzati in modo organico a livello comunitario.
I primi ad averlo compreso con estrema lucidità sono stati i Vignerons Independants francesi: da loro, infatti, è partito l’impulso per far decollare in tutti gli stati dell’Unione associazioni forti come quella transalpina - che conta la bellezza di 10.000 aderenti - per poter far sentire la propria voce a Bruxelles. Gli italiani, molti dei quali coinvolti in prima persona nel progetto di Vignerons d’Europe, hanno deciso di raccogliere questa sfida e dare il via a un analogo gruppo anche nel nostro Paese. Alcuni di loro hanno iniziato a darsi una forma organizzativa concreta e stanno lavorando per far nascere l’associazione Vignaioli Indipendenti Italiani, che vedrà presto la luce grazie a diversi momenti che prossimamente vedranno riuniti i viticoltori.

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