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La Stampa

Dalle confische ai boss
la mozzarella antimafia ... Patto tra Cia e “Libera Terra” per gestire le aziende sequestrate al racket... Dai terreni confiscati alla mafia arriva “la mozzarella della legalità”. E’ uno degli ultimi prodotti, che tra poco arriverà sul mercato,usciti dalle cooperative aderenti a “Libera terra”, l’associazione che gestisce e fa lavorare i terreni confiscati alla mafia. Un accordo di collaborazione tra “Libera” e la Cia (Confederazione italiana agricoltori) è stato siglato a Roma: la Cia fornirà consulenza e assistenza per gestire i terreni confiscati alla criminalità organizzata.
“La nostra Confederazione - ha detto il presidente Giuseppe Politi, che ha presentato l’iniziativa con il presidente di “Libera”, don Luigi Ciotti - non seguirà soltanto le coltivazioni agricole ,ma metterà a disposizione anche i suoi servizi. E questo servirà a far crescere le cooperative che hanno aderito al progetto “Libera Terra” sulla gestione dei terreni confiscati: “Sarà questo un importante contributo per tutti i giovani - duemila circa- che hanno trovato una opportunità di lavoro nel settore agricolo grazie a questa iniziativa. “La nostra azione contro la criminalità - ha detto Politi -
è stata sempre ferma e decisa. In ogni frangente abbiamo sviluppato una iniziativa forte in difesa della legalità”.
La produzione agricola ottenuta sui terreni confiscati alla mafia non è indifferente, per quanto di nicchia. Come ha spiegato don Ciotti ,sui 600 ettari confiscati finora, sono stati prodotti nel 2007 oltre un milione di pacchi di pasta, 200 mila bottiglie tra vino ed olio, 100 mila vasetti di melanzane, di miele e di peperoncini, oltre 250 mila confezioni di taralli ,ceci ,lenticchie. Don Ciotti ha ricordato
che il settore agricolo è stato il primo dove la mafia si è infiltrata con i suoi affari e subito dopo ha esteso il proprio interesse all’abigeato,alla macellazione clandestina, alle truffe sui fondi europei, destinati all’agricoltura del Mezzogiorno ,alla gestione dei mercati ortofrutticoli con un giro d’affari,stimato dalla Confesercenti in oltre 7,5 miliardi di euro l’anno. “Per questo - ha aggiunto don Ciotti -i prodotti con marchio “Libera Terra “sono due volte buoni per il palato e,soprattutto, per la coscienza di chi li produce e di chi li acquista. E grazie all’accordo con la Cia ,sarà possibile ottenere ulteriori risultati e dimostrare con maggior forza che scegliere la via della legalità non è solo eticamente giusto, ma utile sotto il profilo sociale, politico ed economico”. Don Ciotti ha auspicato un miglioramento della legge sulla confisca dei beni alla criminalità, perché da quando essa è in vigore non e’ è stato più nessuno che si sia intestato un solo bene “Occorrono nuovi strumenti - ha concluso don Ciotti - per avere la possibilità di far funzionare in modo più efficace le aziende agricole confiscate che in dieci anni sono state 801, ma solo 39 sono sopravvissute”.

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