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La Stampa

L’export fa cassa. Prezzi da record per il vino italiano ... Vince la qualità, quotazione media a +17,2%. Assoenologi: vendemmia piena di incognite... Il toto-vendemmia è incominciato. Già un paio di settimane fa le prime stime dell’ Unione italiana vini parlavano di una raccolta che premierà il Sud e nei giorni scorsi Confagricoltura confermava l’ipotesi con le sue previsioni: produzione sui 44 milioni di ettolitri (+3% sul 2007) e Centro-Sud a fare da locomotiva.
Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, non si sbilancia: “E’ presto per tirare le somme, ma sicuramente la vendemmia 2008 sarà ricordata tra quelle con più problemi degli ultimi cinquanta anni: le basse temperature, le piogge persistenti e le disastrose grandinate, hanno infatti creato uno scenario fortemente a macchia di leopardo dove, nella stessa area ci saranno uve catalogabili dall’ottimo al mediocre e in generale il giudizio di “eccellente” sarà una rarità. Il Sud avrà comunque delle chanche in più e la raccolta sarà complessivamente in ritardo rispetto a quella, estremamente precoce, dell’anno scorso, ma nella media. Come di consuetudine, per dare le nostre stime definitive sulla vendemmia attenderemo che il 20% dell’uva sia nelle cantine”.
Intanto però dall’Ufficio studi di Assoenologi arrivano buone notizie per il vino italiano, che, nonostante il periodo di crisi economica, nei primi quattro mesi dell’anno ha proseguito la corsa sui mercati mondiali, con una caratteristica importante: si esporta meno ma si incassa di più.
“Le tendenze dei valori e dei volumi - spiega Martelli - appaiono sempre più divergenti. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso i primi mostrano una crescita del 9%, da 1000 a 1090 milioni di euro, i secondi una flessione del 7%, da 5.715 a 5.313 migliaia di ettolitri. La conseguenza è che il valore medio del nostro vino è passato da 1,75 a 2,05 euro al litro, il 17,2% in più, un livello medio mai raggiunto prima”.
In particolare continuano a sorprendere gli spumanti le cui vendite sono cresciute addirittura del 50% sul primo quadrimestre 2007. Secondo Assoenologi i valori medi sono quasi tutti rivolti verso l’alto, con un sensibile miglioramento dei vini tranquilli. Un contesto in cui, però, il recupero dei vini bianchi è meno evidente: a sorpresa infatti le consegne invertono l’andamento e registrano una crescita positiva solo dello 0,4% dopo le ottime performance dei mesi precedenti.
L’analisi dei dati riferiti ai primi dieci Paesi di maggior interesse per il nostro export ne vede solo tre con segno negativo: Austria -9,4%, Francia -4,2% e Danimarca -1,7%. Gli altri sono tutti in espansione, in particolare il Giappone, che per quattro mesi di fila è in fase di crescita sullo scorso anno.
Insomma, nonostante gli alti e bassi del momento, Assoenologi ritiene che la tendenza complessiva è positiva. “Ora tutto dipende - conclude Martelli - dalle scelte del settore e dall’attuazione di un programma serio, trasparente ed efficace di comunicazione che premi le aziende-locomotiva e non venga diluito da logiche clientelari”.

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