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La Stampa

“Io, viticoltrice per caso nella terra del Chianti” ... Da alcuni anni Stefania Sandrelli con il compagno Giovanni Soldati mette la sua firma su un rosso delle colline del Chianti, un Gallo Nero che sì chiama l’Acino d’oro: viene dal Castello di Meleto ed è prodotto dal suo amico Sandro Bottega.

Com’è cominciata questa avventura?

“Sandro Bottega nasce distillatore di grappe. Un giorno disse che voleva produrre un buon rosso e gli sarebbe piaciuto avere noi due come padrini di questo nuovo vino. Abbiamo accettato”.
Questa è una data storica per la vendemmia italiana: per la prima volta abbiamo superato la Francia, la nostra grande avversaria.

“Ah si? Non mi meraviglia affatto. Forse abbiamo sempre prodotto più uva dei francesi ma non lo sapevamo. Mario Soldati, il padre di Giovanni, grande intenditore di vini e di osterie oltre che grande scrittore, sosteneva che l’Italia è l’unico Paese del globo terrestre dove su ogni suo pezzetto di terra, dal Monte Bianco all’isola di Lampedusa, si produce vino”.

Lei beve volentieri?

“Ma con moderazione e senza mai eccedere. Ubriacarmi non mi piace. L’azienda di Sandro Bottega credo sia l’unica che sostiene economicamente la lega antialcolisti”.

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