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La Stampa

“Caro ministro, basta spot. Così ci isoliamo nell’Ue” ... I suoi collaboratori hanno contato i comunicati stampa diffusi dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali: oltre 150 da inizio legislatura. E le iniziative di marketing politico: come l’abolizione della livrea per i commessi del ministero. Ma al di là dell’efficacia del piano di comunicazione del ministro Luca Zaia il presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori, Giuseppe Politi, è molto preoccupato perché “a forza di spot l’Italia rischia di essere isolata in sede comunitaria”.

A dire il vero il ministro sostiene di voler salvaguardare gli interessi italiani in Europa. Non è così?

“No. Il ministro ha caratterizzato questo inizio di legislatura con un forte e violento attacco all’Europa ed alla politica agricola: una politica che secondo lui “ha fallito”. Questa esasperazione dei toni contro le scelte di tutta l’Ue nasconde sia una certa confusione, nel senso di mancanza di idee precise su dove voglia andare l’Italia, sia una forte volontà conservatrice e di restaurazione”.

Presidente la sta buttando in politica. Perché?

“Ma quale politica! Il nostro ministro ha scelto di mettere in discussione 50 anni di politiche e di sostegni all’agricoltura con argomentazioni che sono in gran parte false - non è vero, per esempio, che la Pac ha ‘sempre ragionato in termini di eccedenze” - e con la voglia di mostrare i muscoli. Il risultato? C’è il rischio molto forte dell’isolamento dell’Italia e della nostra delegazione in sede comunitaria”.

Complimenti, bella lezione di storia della Pac. Il ministro, però, sostiene che è ora che l’Italia si riprenda in Europa e nel mondo uno spazio e un potere contrattuale che negli ultimi due anni aveva perso”. Perché la Cia non è d’accordo?

“Noi vogliamo salvaguardare i prodotti italiani e il suo ruolo nel mondo. Il problema è che questa accusa di fallimento della Pac, colpevole di aver aggravato la non autosufficienza alimentare dell’Italia, nasconde il maldestro tentativo di sanare tutto il pregresso delle multe delle quote latte trasformando i comportamenti dei Cobas da violazione delle norme comunitarie in lungimirante e benefica azione”.

Siamo ancora alla dietrologia politica...

“No. Qui non è questione di destra o di sinistra. Guardi io condivido l’impostazione del governo francese, dove c’è grande capacità d’ascolto, che vuole difendere la Pac e le politiche di mercato”.

Se non sbaglio il ministro Zaia ha fatto sue le tesi espresse dalle organizzazioni agricole nel documento di Firenze. Perché lo contesta?

“Perché il nostro documento tende a contribuire in positivo ad un processo di evoluzione e miglioramento delIa Pac. La tesi del ministro - la Pac ha fallito - rischia di offrire un insperato sostegno alla tesi dello smantellamento della Pac, atteggiamento molto pericoloso alla vigilia di un delicato confronto sul bilancio comunitario”.

Che cosa serve, allora?

“I ragionamenti del ministro sono certamente accattivanti e troveranno facile consenso. Dal nostro punto di vista il problema è diverso: vogliamo i fatti”.

Beh, il ministro si muove a tutto campo: dal Brunello alla mozzarella di bufala al rilancio del settore suinicolo. Non sono fatti?

“Nella manovra economica per il 2009 non c’è traccia delle indispensabili agevolazioni contributive, in particolare per le aziende di montagna e delle zone svantaggiate. Con le impennate dei costi dei mezzi di produzioni e il calo dei prezzi all’origine, la situazione per gli imprenditori agricoli diventa drammatica”.

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