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La Stampa

A scuola di taglio per rafforzare la produttività dei nostri vigneti ... Gennaio e febbraio sono i mesi dedicati alla potatura. È un momento magico per tutti i vignaioli, si ridà forma alla pianta, la si osserva e la si plasma affinchè possa dare i migliori risultati una volta che il tepore primaverile farà ricomparire le prime gemme. Chi ha avuto la sorte di conoscere i vecchi potatori della civiltà contadina sa che seguivano un loro rito antico: si fermavano un attimo davanti a ogni pianta, la studiavano e poi, con rapidità, mossi dall’istinto, intervenivano con maestria e perizia. Oggi quei potatori si sono estinti, sostituiti da macchine. Ma questo è solo il minore dei mali: purtroppo, nonostante la crisi incalzante e la perdita del posto fisso in ufficio da parte di tantissimi italiani, la manodopera che lavora nei nostri vigneti è, da anni, in maggioranza straniera.
Ormai i vigneron italiani arrivano dalla Macedonia, dalla Romania, dall’Albania. Accade raramente che queste persone abbiano fatto in passato il mestiere del vighaiolo, ben più spesso sono alla loro prima esperienza di potatura. Vengono spediti tra i filari con una sommaria infarinatura e così i tagli che fanno provocano delle ferite nei tronchi delle piante, che ne accelera in modo irrimediabile la vita. Un parco vitato che non invecchia è il principale dei mali che affligge il nostro sistema viticolo: come si fa a parlare di terroir e mineralità quando le viti nei nostri campi non riescono a raggiungere la maturità? In Francia questo non accade, lì i giovani continuano il mestiere dei padri e sono fieri di dedicarsi alla cura della pianta con le forbici in mano.
Esiste un albo dei potatori, a cui ci si può iscrivere solamente dopo aver partecipato a lezioni teoriche e pratiche. Una serie di momenti che contribuisce a ridare dignità a un mestiere così antico. L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Slow Food hanno deciso di organizzare in Piemonte (dal 19 al 21 febbraio) un corso analogo, che, alla fine, dopo una prova in vigneto, attribuirà un attestato. Venti ore divise fra lezioni ed esercitazioni in vigna, con la docenza degli agronomi friulani Mairco Simonit e Pierpaolo Sirch. Un’occasione preziosa per tutte quelle cantine che vorranno formale il proprio personale ed evitare un’antieconomica obsolescenza dei loro vigneti.

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