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La Stampa

Biologico premiato ma gli Ogm avanzano ... Quella che si è appena conclusa è stata una settimana importante per l’agricoltura europea. Domenica scorsa si è chiusa a Norimberga la ventesima edizione di Biofach, la più importante rassegna mondiale dedicata ai prodotti biologici. Termina oggi, a Parigi, il Salone internazionale dell’Agricoltura. In entrambe le manifestazioni si è registrato lo stato di buona salute del biologico, a dispetto della crisi internazionale e delle difficoltà ormai croniche in cui versa l’agricoltura mondiale.

In presenza di dati così significativi ci aspetteremmo un pronto allineamento del mondo politico che, per visione strategica o opportunismo, dovrebbe immediatamente cavalcare il successo del settore biologico e farne un modello di nuova economia, un esempio perfetto di come uscire dalla crisi con proposte virtuose, capaci di assecondare la sensibilità dell’opinione pubblica senza rinunciare al mercato e alle sue regole principali. Eppure, negli stessi giorni, nelle stanze del potere di Bruxelles i politici e i burocrati europei hanno compiuto, nuovamente, delle “non scelte” che ci stanno lentamente spingendo tra le braccia delle multinazionali degli OGM.

Martedì scorso la sezione OGM del Comitato Permanente per la Catena Alimentare e la Salute degli Animali, chiamata a votare due proposte volte a revocare il divieto imposto da Francia e Grecia di coltivare sui propri territori la varietà di mais geneticamente modificato MON 810, non ha raggiunto la maggioranza qualificata richiesta per decidere. Analogo risultato mercoledì, in un altro Comitato di Regolamentazione, dove sono state votate alcune proposte dirette ad autorizzare la coltivazione di due varietà di mais geneticamente modificato (Bt11 di Syngenta e 1507 di Pioneer).

In tutti questi casi i testi verranno trasmessi al Consiglio dei Ministri (di Agricoltura o Ambiente) e se questi non adotterà o respingerà le due proposte a maggioranza qualificata la decisione finale sarà rimessa alla Commissione europea. Che sinora - in barba al popolo sovrano - ha sempre deciso come meglio aggrada alle multinazionali del transgenico.
Farà piacere sapere che - pavida tra i pavidi - l’Italia si è astenuta in tutte queste votazioni.

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