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La Stampa

Mediobanca dà le pagelle Nelle Borse il vino resiste meglio alla crisi ... In tempi di crisi puntare in Borsa sul vino conviene: nel 2008, l’anno nero per le Borse mondiali, l’indice mondiale del vino è calato del 28,9% a fronte del -40% circa delle Borse mondiali. E i primi segnali che giungono dal 2009 sembrano confermare questa tendenza: nei primi due mesi di quest’anno, infatti, mentre le piazze finanziarie del mondo perdevano il 15,8%, l’indice del vino conteneva il calo al 3,3%. A mettere in luce questi dati l’ufficio studi Mediobanca. I risultati della decima indagine sul settore vinicolo italiano arrivano alla vigilia dell’apertura dell’edizione numero 43 del Vinitaly che si svolgerà a Verona dal 2 al 6 aprile. Mediobanca ha preso in esame le 97 maggiori imprese vinicole italiane che fatturano più di 20 milioni e le nove maggiori società quotate internazionali (fatturato superiore ai 200 milioni). Il dato diventa più significativo se si osserva il trend dal 2001 al febbraio 2009: mentre le Borse mondiali cedevano il 31,6%, l’indice del vino cresceva del 62,4%, originando una extra performance del 137,6%. A dare maggiore soddisfazione agli eno-investitori le società francesi e nord-americane che hanno superato le rispettive Borse deòl 103% e del 135%. Non meno rilevante le performance delle società cilene (101%) e cinesi (+94%). Si parlerà anche di questo al Vinitaly dove, secondo gli organizzatori, le pre-adesioni di operatori stranieri e nazionali rispetto al 2008 sono in crescita del 50 e del venti per cento. Tra gli appuntamenti clou dell’edizione 2009, la presentazione da parte del Centro Studi Veronafiere-Vinitaly del report “La Crescita Continua”, frutto di più ricerche che hanno coinvolto alcune migliaia di testimonial, i quali rappresentano il più completo osservatorio realizzato sul settore vino. Dalle prime anticipazioni emerge che in una prospettiva di breve-medio termine (fino a 5 anni) Cina, Messico, Brasile, Germania e Regno Uniti saranno i Paesi più promettenti per i vini basic. Germania e Brasile risultano interessanti anche nella fascia “popular premium” assieme a Norvegia, Canada e Paesi Bassi. Dal suo osservatorio privilegiato, inoltre, Vinitaly afferma anche - secondo una nota - che, al di là del momento contingente, la Russia è fra le rAlla scoperta
delle uve nascoste ... Le vecchie varietà di uve vivono una
seconda vita come il Valle d’Aosta Premetta
2006 dell’Institut Agricole Régional
di Aosta, 0165.215811, rosso saporito,
simpatico da bere. Il Langhe Bianco
Anas-Cetta 2007 (Nascetta 100%) di Elvio Cogno a Novello,
0173.7440, è gessoso,
minerale, agrumato, divertente. Il
Carso Terrano 2005 di Lupinc a Duino
Aurisina, 040.200848, è un rosso selvatico,
che sa di pepe e frutti selvatici. Stesso
comune, gli Zidarich mettono a punto la
Vitovska 2006, bianco di personalità che
sa di albicocca e di terra. Personalità che
non manca a Simone Capecci a Ripatransone,
0735.90107, nel Piceno, autore del
Pecorino Ciprea 2006. Un altro bianco
goloso è il Biancolella 2007 di Pasquale
Cenatiempo a Ischia, 081. 981107: odora
di macchia e di mare. Eppoi il Greco di
Bianco 2006 di Capo Zefirio a Bianco,
0964.911446. Un dolce calabrese con
una rara complessità aromatica.ealtà più interessanti nella fascia premium dopo Hong Kong, India, Singapore e Stati Uniti. Il report evidenzia come la scelta qualitativa è confermata anche nelle parole dei consumatori e dei ristoratori/titolari di winebar intervistati: i consumatori italiani ritengono di non aver diminuito la quantità di vino bevuto nel 2008, ma di aver visto crescere la qualità. Questa scelta è stata registrata dai professionisti che indicano proprio nei brand di qualità più elevata la concentrazione delle vendite nei propri ristoranti/winebar. Secondo l’Osservatorio le misure contro l’abuso del consumo di alcol hanno fatto registrare una contrazione nei consumi in tre locali su quattro. Nel Nord si sale all’86%; nel Centro si scende al 68% e al Sud al 55%. La riduzione colpisce soprattutto la ristorazione. In questi ristoranti il 47% dei locali ha registrato una contrazione delle vendite compresa fra il 20 ed il 40%; nei winebar la percentuale di contrazione sale al 73% ma ha un impatto comunque minore.

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