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La Stampa

Sgarbi:“Enologia, una forma d’arte” ...

“Cultura e agricoltura hanno una connessione strettissima e coincidono per certi versi. Anzi, la tutela dell’agricoltura e delle sue produzioni è più alta e più attenta della tutela dei monumenti”. Vittorio Sgarbi, critico d’arte, uomo politico e scrittore, risponde così alla rivista on line Winenews sul fatto se la definizione di “arte” sia esagerata o meno in riferimento all’enogastronomia e all’agricoltura. Parlare di arte in queste attività è quanto mai appropriato, secondo Sgarbi, visto che “quello che oggi stiamo conservando, negli ultimi 20 anni, è un patrimonio che rischiava di andare disperso: di tradizioni locali, di tradizioni gastronomiche, di cultura della produzione”. Una conservazione che per di più, unita all’innovazione, in agricoltura porta anche a un miglioramento, perché “da questo punto di vista - continua il critico se uno guarda com’era il vino 50 anni fa e come è adesso, di tutto si può dire che era meglio una volta mentre del vino si può dire che sia meglio oggi”.
Ma dove sta il vero punto di contatto tra enogastronomia e arte?“ Nel collegamento sostanziale tra la creatività dell’arte e l’impegno creativo, ma anche di tutela dell’originalità dei valori, che sono l’opposto della produzione seriale, globalizzata. Il fast food, in sostanza”.

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