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La Stampa

“La chiave vincente? Il legame col territorio” ... Il ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia Indica la strategia da seguire dopo la riforma dell’Ocm vino varata dalla Ue. Tutelare le produzioni enologiche di qualità e promuovere il made in Italy nei mercati esteri... “Diventeremo sempre più competitivi sui mercati solo se riusciremo a far comprendere che la specificità Idei nostri prodotti costituisce una carta vincente contro l’omologazione dei gusti. Il marchio made in Italy non è un’astrazione ma identifica quel prodotto specifico legato al territorio”: così il ministro delle politiche agricole, Luca Zaia, sintetizza gli obiettivi di una strategia indispensabile per l’agroalimentare italiano, in particolare del comparto vinicolo.

Il tema dell’edizione 2009 del Vinitaly di Verona è “Il vino che verrà ”: quali caratteristiche lo identificheranno?

“Il legame con il territorio è la chiave di volta del sistema. Per quanto riguarda i nostri vini di qualità siamo tenuti a rispettare la riforma dell’Ocm “Unione europea e la norma sulla liberalizzazione nell’indicazione dei vitigni internazionali per i vini da tavola rischia di minare alle fondamenta un grande patrimonio culturale, prima che economico-produttivo. Ma anche cosi tutte le nostre produzioni a denominazione continueranno a esistere e saranno automaticamente registrate e protette a livello comunitario. Conserveremo le
nostre identità territoriali, che sono il marchio distintivo dei nostri vini”.

Tra i produttore c’è parecchia inquietudine a proposito della riforma. Secondo lei è giustificata?

“Molte preoccupazioni sono infondate. Anche se la nuova classificazione imporrà a un territorio una sola Dop o Igp- quindi, tanto per fare un esempio, a Montalcino la Dop Brunello cancellerà le Doc Rosso di Montalcino, Sant’Antimo e Moscatello - noi attueremo la riforma conservando le nostre identità territoriali che sono l’essenza dei nostri vini. E senza perdere un solo centesimo dei finanziamenti che l’Italia è riuscita a portare a casa, Inoltre, il nuovo regolamento stabilisce che le tradizionali denominazione Doc e Igp potranno essere utilizzate in sostituzione di quelle Dop o Igp. Un cambiamento d’impostazione deciso per rispondere alle esigenze espresse dall’Italia e dagli altri Paesi comunitari come Francia, Spagna, Portogallo, a spiccata vocazione nei vini a denominazione di origine”.

Tutto questo creerà complicazioni in tema di garanzie al mercato?

“Abbiamo intenzione di intensificare i controlli per dare tutte le garanzie necessarie ai nostri consumatori. L’entrata in vigore della nuova Ocm Vino farà sì che dal 1 agosto anche le produzioni Igp e Igt saranno sottoposte a verifiche sistematiche di filiera, in tutte le fasi della produzione, per accertare che possiedano tutti i requisiti prescritti dai relativi disciplinari di produzione, i come attualmente avviene per i vini Docg e Doc e per gli altri prodotti agroalimentari Dop e Igp. Ma saranno sottoposti a controllo sistematico di filiera anche i vini non Dop o Igp che possono essere designati con il nome di vitigno”.

A questo punto saranno estremamente importanti le azioni che si svilupperanno sui mercati internazionali. Come intende agire?

“Bisogna muoversi su due fronti: da una parte potenziare le iniziative di promozione delle nostre fiere, tra cui la più importante è quella di Vinitaly, che si è affermata in ambito internazionale. E poi le campagne di informazione degli organismi di settore, che hanno un ruolo fondamentale per far conoscere i nostri vini di qualità nei mercati esteri. Dall’altra, ed è il piano più strettamente politico, puntare sugli accordi con la Comunità europea e gli altri Paesi, prevedendone anche di nuovi, per tutelare maggiormente le nostre produzioni di qualità”.

Quindi c’è bisogno di un gran lavoro di squadra.

“Certo e la collaborazione con le Regioni e le Province autonome è fondamentale, non solo per colmare i ritardi con cui l’Unione europea ha adottato i testi sulla nuova Ocm, ma anche per gli aspetti promozionali. Stiamo attivando tutte le possibili sinergie per finalizzare al meglio le risorse finanziarie disponibili. Idonee procedure garantiscono che non vi siano duplicazioni d’intervento. Per promuovere la viticoltura abbiamo inserito nel programma quinquennale nazionale misure di finanziamento, previste dalla nuova Ocm. Si passa dai 7 milioni di euro del 2009 ai 102 milioni di euro del 2014. E il 70% dei fondi è gestito proprio dalle Regioni”.

Sarà potenziato il ruolo dell’Istituto nazionale per il commercio estero, in particolare nel suo rapporto con le aziende?

“Ice e ministero da tempo lavorano in sinergia. Proprio grazie al ruolo fondamentale nel commercio estero, l’Istituto riesce ad essere sempre più vicino alle esigenze delle aziende nella promozione dei vini italiani di qualità sui principali mercati. Prezioso per noi anche il contributo di analisi dei mercati internazionali e la promozione del made in Italy all’estero. Da parte nostra continueremo a fare affidamento nelle attività di segnalazione degli abusi nelle denominazioni e di lotta alla contraffazione, che ci permettono di mantenere alto nel mondo il nome dei prodotti italiani”.

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