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La Stampa

Riformiamo un mercato dalle regole medievali ... La domenica del Vinitaly è una giornata molto faticosa un po’ per tutti gli addetti ai lavori. I produttori sono presi d’assalto dagli appassionati, i buyer devono invece per forza di cose districarsi nella folla per poter chiudere gli affari che si sono prefissati. Come sempre, prima dell’apertura dei battenti della manifestazione veronese l’atmosfera generale è gravida di forti attese. Un Vinitaly, questo dell’edizione 2009, che cade in un momento molto delicato con una situazione economica generale di forte crisi. E proprio un’ emergenza economica di proporzioni così spaventose ha innescato un fenomeno di ripensamento e ripianificazione, che ha investito tutti i settori. Il vino non deve assolutamente esimersi dal compiere questa profonda riforma del proprio mercato. Un mercato che pare dominato ancora da regole medievali, appesantito da una miriade di passaggi di mano del prodotto e costi di distribuzione e rappresentanza eccessivi che penalizzano fortemente sia il produttore sia il consumatore finale. Fino ad oggi le ricette propinate da molti profeti dell’economia globale (e anche da una parte di politica) puntavano sull’aumento dei volumi, sul raggiungimento della massa critica per aggredire i mercati esteri e sull’abbassamento dei costi di produzione per migliorare i margini. In questi giorni del Vinitaly sembra invece di assistere (finalmente) a una benefica inversione di tendenza. Le parole d’ordine che cominciano a entrare nel gergo comune dei produttori sono sostenibilità, sobrietà, gestione del limite, naturalità della produzione, riduzione dell’impatto ambientale con packaging più leggero e una gestione intelligente dell’acqua in tutte le fasi produttive, dal campo alla cantina. Il problema a questo punto è quello di far sì che i valori che stanno emergendo non si trasformino in una moda passeggera, ma contribuiscano piuttosto a rinnovare in modo significativo il mondo del vino. Per raggiungere un obiettivo così ambizioso, sarebbe ora che tra i produttori si diffondesse un maggiore spirito di condivisione, accompagnato dalla volontà di collaborare, facendo cadere alcuni inutili steccati che per il momento costituiscono il maggiore impedimento alla crescita del settore.

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