02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La Stampa

Toglietemi tutto ma non il mio calice ... A glass of wine solve everything, un bicchiere di vino risolve tutto: è il nome di uno dei tanti gruppi - pare siano più di cinque milioni dedicati al vino su Facebook, il social forum che va per la maggiore tra il popolo di Internet. Pagine elettroniche fitte di consigli su etichette, negozi, cantine e abbinamenti con i cibi. Appuntamenti per serate a metà tra la degustazione e la goliardia; veri e propri approfondimenti dedicati alle aziende agricole o alle annate migliori. Ma c’è anche chi preferisce sbizzarrirsi con le barzellette dedicate alla bottiglia e chi mette a disposizione programmi per computer che - dato un menu - generano automaticamente la carta dei vini appropriata. Naturalmente la resa del software dipende dalla competenza e dal buon gusto del suo autore. Il pc non ha ancora le papille gustative.

C’è una pagina dedicata al chianti che ha la bellezza d 30 mila iscritti. Il brunello conta 17 mila fan, mentre in 6 mila si dichiarano innamorati del nero d’Avola C’è - ovviamente - anche una pagina dedicata a Vinitaly, la manifestazione più popolare del mondo tra quelle dedicate ai seguaci di Bacco. Come in una buona cantina, insomma non manca nulla. Ma i numeri sono utili soprattutto per capire che vino è una passione che non conosce flessioni, anzi, conquista sempre più appassionati tra i giovani. Un ultimo esperimento informatico cercando su Google informazioni riguardo al vino la pagina restituisce circa 48 milioni di risultati. Provando con il neopresidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama - forse la persona di cui si parla di più in questo momento - i risultati arrivano quasi a 300 milioni, appena sei volte di più. Ma se alla dizione italiana si sostituisce quella inglese Wine, i risultati diventano 228 milioni. Obama è vicino. Così, se un bicchiere di vino risolve tutto, una buona bottiglia in tavola può anche aiutare a tenere lontano lo spettro della crisi. Un malessere diffuso che di giorno in giorno conquista spazi sempre più ampi sui mezzi di comunicazione (e nelle preoccupazioni delle famiglie).

Attenzione però: non si tratta di bere per dimenticare, ma al contrario di concedersi una bottiglia di vino per ricordarsi che ci sono ancora piccoli lussi ai quali facendo la dovuta attenzione - non è necessario rinurciare. I dati statistici parlano chiaro: in Italia si esita a cambiare l’automobile e si riducono; le spese per cinema e teatro. L’acquisto di un abito nuovo è rinviato all’anno prossimo - sperando che la storia dia ragione a chi sostiene che nel 2010 la tempesta economica lascerà il posto almeno alla bonaccia - e si scelgono vacanze low cost, ma al piacere di una buona bottiglia, almeno ogni tanto, non si rinuncia.

È una tendenza che gli organizzatori di Vinitaly hanno ben presente: il settore, per il momento, non teme tracolli. Almeno a livello di produttori e distributori. Perché tra i clienti di Bacco l’ultimo grido è quello del “Wine sharing”, la condivisione del vino.
Ci si trova con amici e parenti per cenare a casa. Una bottiglia di qualità è un lusso abbordabile: i prezzi restano relativamente bassi, soprattutto se la bottiglia in questione non passa attraverso i ricarichi imposti dai ristoratori. Vino buono uguale ristorante buono uguale prezzi salati.
Non vale solo per il vino, naturalmente.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna 1’“effetto frugalità” è un fenomeno studiato. I consumi cambiano, e si preferisce spendere poco di frequente piuttosto che molto una volta tanto. In Italia s’è visto con le vacanze: le famiglie non rinunciano ad andare al mare ma tagliano il periodo.
Meglio quindici giorni l’anno che un mese (come usava una volta) ogni due anni. Quindi, amici o parenti ai fornelli e in tavola una bottiglia di qualità medio-alta. Anche perché - aspetto che non va trascurato - in questo modo il dopocena può durare a lungo, lasciando svaporare le tracce di alcol e riducendo il rischio di vedersi ritirare la patente per mezzo bicchiere di troppo. I sociologi anglosassoni, sempre ansiosi di incasellare le novità del costume, parlano di nesting o di cocooning: nest è il noido, cocoon è il bozzolo del baco da seta. Insomma è un misto di voglia di intimità e protezione che aiuta l’uomo del terzo millennio a tenere lo stress e l’ansia fuori dalla porta di casa.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su