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La Stampa

“In tempi di crisi vince la terra” ... La voglia di stabilità rilancia l’agricoltura... L’agricoltura nei prossimi decenni sarà al centro della scena economica mondiale. A dircelo, oltre ai recenti avvenimenti sui mercati delle commodity, è il “Mpt”, ovverosia “Margine di programmazione temporale”, che nasce dal calcolo statistico sulla incidenza di alcune variabili sia dell’ecosistema, sia dell’economia locale che ne deriva, nell’arco di una serie storica (40-50 anni), ma soprattutto sulla “regolarità” di queste variabili. “In altre parole - spiega Alessandro Bertirotti, docente di Antropologia culturale all’Università degli studi di Firenze - quanto più il Mpt è esteso, perché fa riferimento ad un ecosistema regolare, più le capacità cognitive degli abitanti di quel sistema saranno stimolate a sviluppare modelli di utilizzazione del territorio che pongono una maggiore attenzione alle tecnologie da impiegarsi”.

E da un punto di vista antropologico cognitivo l’attuale fluttuare dell’ economia della finanza dipende in realtà proprio da questo allontanamento che l’umanità ha operato negli ultimi 10 anni dalla regolarità che suggerisce l’ecosistema. “In altre parole - prosegue il professor Bertirotti - ritornare “a zappare” con una nuova tecnologia significa per l’umanità del futuro recuperare le matrici antropologiche più profonde e legate ai valore “nutriente e nutritivo”, sia in senso biologico, sia culturale, dei prodotti della madre terra”. Questo ci fa capire quanto sia pericoloso per l’uomo e foriero di regresso pensare di sottrarre importanza all’agricoltura, ignorare i ritmi della natura e alienarsi dalla madre terra cullandosi nella falsa illusione di una emancipazione dalle proprie radici che proprio in quanto radici dalla terra traggono nutrimento. Certo potranno cambiare ed evolversi le tecniche, l’agricoltore superevoluto non userà la zappa e la vanga, ma sempre con la terra e le sue produzioni dovrà fare i conti e quanto più lo farà elaborando modelli razionali e rispettosi dell’ecosistema tanto più il suo Mpt si estenderà fornendo sicurezza per un futuro a lungo termine.

“Che la sopravvivenza dell’uomo sia legata a doppio filo con la pratica agricola è cosa ovvia e risaputa - conclude Bertirotti - e anche quando non è l’uomo personalmente a coltivare, consuma durante la giornata prodotti che provengono dall’agricoltura. Non è un caso che nei periodi di crisi ci sia una rivalutazione dell’agricoltura, né che molti giovani stiano ritornando a questo settore. Non dimentichiamo che l’Italia è un paese sostanzialmente a cultura agricola e anche se è ricca di industrie ha un’antica identità contadina”.

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