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La Stampa

Zero chimica in vigna e meno solfiti nel vino. È partita la sfida verde ... A Fontanafredda il progetto di nuova enologia... Non voglio avere un figlio di Langa con uno sperma australiano...”. È la battuta con la quale Oscar Farinetti, patron di Eataly e dal maggio 2008 nuovo proprietario - con il socio Luca Sebastiano Baffigo di Filangeri (imparentato con i Miroglio dei tessuti) - della tenuta Fontanafredda, una delle più grandi di Langa, spiega il finanziamento all’Università di Torino per selezionare un nuovo ceppo di lieviti destinato a migliorare i vini da uve nebbiolo. Con un po’ più di poesia, il professor Vincenzo Gerbi, il docente di enologia che per l’ateneo torinese cura il progetto da anni, spiega: “Il patrimonio genetico della vite è come una tastiera di pianoforte, vogliamo esprimere al meglio il patrimonio di questa terra”. Dunque, basta con quei profumi “indotti” da “starter” internazionali. Arriva il “terroir” locale, come già avviene per il primo di questi micro-organismi viventi già selezionati, il BRL97, e utilizzato per il Barolo 2004 Lazzarito Vigna La Delizia, che ha appena conquistato i “tre bicchieri” del Gambero Rosso. Una filosofia naturale che in quest’azienda nata nel 1858, quando Vittorio Emanuele II la regalò al figlio naturale della “Bella Rosin” (con la quale ebbe una lunga relazione), si esplica in tanti altri progetti. Tutti caratterizzati da una sorta di “Obanomics” da “green economy” applicata all’enologia. La parola d’ordine è: vino pulito. In cantina, prima di tutto, con l’abbattimento dei solfiti nel bicchiere (quelli che possono causare pesanti mal di testa specie dai bianchi) del 75%, grazie alla tecnologia dell’azoto e dell’anidride carbonica, in collaborazione con Air Liquide. Poi la Saint Gobain realizza nuove bottiglie con vetro riciclato all’80 per cento. Infine in vigna l’agricoltura integrata consente di arrivare alla “chimica zero”: per la prima volta in Piemonte c’è un’azienda di così grandi dimensioni con la certificazione ufficiale dell’agricoltura integrata. Ma non basta. Nei nuovi vigneti si eviterà il cemento, utilizzando pali in legno. L’agricoltura “bio” è di moda e sono in molti a perseguirla, ma sono piccole aziende. Riuscire a realizzarla per una tenuta di 122 ettari, da 7 milioni di bottiglie l’anno e 35,8 milioni di fatturato (con crescita del 13% nel 2009, come ricorda il direttore Gian Minetti) è meno facile. Per molti anni Fontanafredda è stata in mano al Monte Paschi di Siena, che 18 mesi fa ne ha ceduto la maggioranza al gruppo Eataly: è rimasta una sorta di “isola” bionaturale tra le colline langarole. Ora sta ripartendo alla grande con le nuove idee di Farinetti e con il ritorno del marchio “E. Mirafiori” per i vini più pregiati.

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